Ancona, strage in discoteca. Studenti cingolani nell’inferno. "Non si respirava"

Il racconto di un ragazzo: mi hanno spinto fuori, ho solo qualche graffio

Il dolore fuori  dalla Lanterna azzurra di Corinaldo, dove sono morti cinque ragazzi  e una mamma.  Il locale è stato sequestrato:  nella foto due carabinieri davanti all’ingresso  (foto Antic)

Il dolore fuori dalla Lanterna azzurra di Corinaldo, dove sono morti cinque ragazzi e una mamma. Il locale è stato sequestrato: nella foto due carabinieri davanti all’ingresso (foto Antic)

Cingoli (Macerata), 9 dicembre 2018 - "Ho avuto fortuna", riflette Giacomo G. «Siamo stati fortunati», ammette V. S. Durante la tragica notte della «Lanterna azzurra», la buona sorte ha tutelato loro e altri giovani cingolani che si trovavano nel club di Corinaldo per assistere al concerto del rapper Sfera Ebbasta. Giacomo G. frequenta il quarto anno del corso di cucina all’Alberghiero «Girolamo Varnelli». Alla «Lanterna azzurra» c’era già stato. «E ci sono tornato con alcuni amici – racconta –, perché l’esibizione di Sfera Ebbasta era stata programmata in coincidenza col suo compleanno. Ero entrato verso l’una e, neanche due minuti dopo che mi trovavo nell’interno del locale è successo il finimondo perché qualcuno avrebbe fatto schizzare un getto di spray irritante».

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«L’odore – continua – era talmente acre e forte che non si riusciva a respirare. Tra la gente ammassata, sono riuscito a mantenermi in posizione eretta: respiravo tenendo la testa alta per non rimanere soffocato. La ressa era indescrivibile, ci spingevano fuori da dietro, ho anche aiutato un’amica a uscire mentre un ragazzo mi ha praticamente lanciato addosso a un altro, siamo stati spinti fuori e messi giù. Dopo essermi rialzato, ho cercato di soccorrere altri ragazzi che avevano quasi perso i sensi: c’erano le ambulanze, sono stati caricati e portati in ospedale. Ho lasciato l’esterno della ‘Lanterna azzurra’ verso le cinque per tornare a casa, praticamente incolume: ho riportato solamente qualche graffio, sento un po’ di doloretti, ma sono conseguenze insignificanti d’una notte che non dimenticherò tanto facilmente».

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Studentessa, terzo anno al liceo linguistico, V.S. è stata per la prima volta alla «Lanterna azzurra»: troppo importante l’evento, poco distante da Cingoli. «Eravamo in quattro – ricorda – nell’auto con cui abbiamo raggiunto Corinaldo. Dopo aver parcheggiato la macchina vicino alla discoteca, siamo rimasti lì fuori: come d’accordo, dovevamo aspettare un ragazzo che ci avrebbe portato i braccialetti da presentare al’ingresso per poter entrare». L’attesa è stata breve? «Fortunatamente, cioè ripensando a quello che poi è successo, no: abbiamo dovuto attendere parecchio, al ragazzo si era fatto tardi, poi è arrivato e, dopo aver parlato con un incaricato, ha portato i braccialetti. Quindi ci siamo messi in fila, la gente era tanta, comunque il concerto doveva ancora cominciare, pensavamo che per entrare ci sarebbe stato tempo. Invece abbiamo visto la gente che veniva fuori. E i buttafuori che portavano nello spazio esterno le persone. Era difficile rendersi conto di quello che era successo. Poi però abbiamo compreso che era accaduto qualcosa di proporzioni che non potevamo valutare, ma che ci ha consigliato di raggiungere, il prima possibile, lo spazio dove avevamo lasciato la macchina. E siamo ripartiti dopo le 2».