PAOLA PAGNANELLI
Cronaca

Traini e il raid razzista di Macerata, semilibertà negata. Pesa anche la sua notorietà

Il tribunale cita l’attenzione mediatica mai sopita, negando però che abbia influito sulla decisione. Dopo la tentata strage con sei feriti, l’autore divenne una sorta di modello per estremisti e fanatici

Luca Traini ha già scontato più della metà della pena quindi potrebbe ottenere la semilibertà

Macerata, 21 maggio 2024 – Semilibertà negata a Luca Traini, nonostante abbia scontato oltre metà della pena ricevuta per il raid razzista commesso a Macerata il 3 febbraio 2018. Tra i parametri valutati dal tribunale di sorveglianza, per il 35enne maceratese c’è anche "l’attenzione mediatica non ancora sopita" su quell’episodio, che fece discutere in tutto il mondo: l’autore della strage di Christchurch in Nuova Zelanda, nel 2019, indicò Traini tra i suoi nefasti ispiratori.

Il raid di Traini fu scatenato dalle ultime notizie sull’uccisione della 18enne romana Pamela Mastropietro, che tre giorni prima era stata trovata tagliata a pezzi in due trolley fuori Macerata. Per vendicarla, Traini decise di sparare ai giovani immigrati che incrociava in auto, secondo lui tutti spacciatori. Per i reati di strage, porto d’arma e danneggiamento, con il rito abbreviato fu condannato a dodici anni. Passati sei anni a Montacuto, Traini ha chiesto di essere ammesso alla semilibertà, come previsto per tutti i detenuti. Ma la sua richiesta è stata respinta.

"Pur prendendo atto del percorso sin qui effettuato da Traini e tenendo fermo il punto che la notorietà del personaggio e l’attenzione mediatica non ancora sopita non possono avere rilevanza in senso sfavorevole al condannato, che per altro non risulta da elementi di qualche consistenza avere alimentato volontariamente detta risonanza, il collegio ritiene che l’istanza non possa essere accolta" scrive il tribunale di sorveglianza di Ancona. La prima richiesta prevedeva un’attività di ufficio in una cooperativa di Jesi, che però avrebbe alcune difficoltà, e il titolare sarebbe un soggetto noto alle forze dell’ordine. Una seconda opzione era stata un tirocinio in una falegnameria a Tolentino, per 500 euro al mese. "Va però tenuto presente – scrivono i giudici – che la distanza da Tolentino delle carceri con sezione per semiliberi non è trascurabile e i costi degli spostamenti quasi azzererebbero il compenso". Il collegio suggerisce allora di trovare un’opportunità "più soddisfacente".

Grazie al comportamento tenuto finora a Montacuto, Traini in realtà ha già beneficiato di alcuni permessi, che gli hanno consentito di trascorrere qualche giorno a Tolentino con la sua famiglia, anche a Natale. Nonostante abbia sempre tentato di tenere un profilo basso, deciso a voltare pagina, il maceratese è ormai un personaggio noto a livello non solo locale, e le sue uscite fuori dal carcere suscitano attenzione. Il collegio ha escluso che questo elemento abbia influito sulla decisione, ma è chiaro che la semilibertà di Traini difficilmente passerebbe inosservata.