REDAZIONE MACERATA

Viaggi di istruzione a rischio: la burocrazia blocca le scuole italiane

Le nuove regole Anac complicano l'organizzazione dei viaggi scolastici, mettendo a rischio le gite di fine anno.

Un momento della simulazione di evacuazione in caso di emergenza degli studenti dell’istituto Fermi-Da Vinci e del liceo Pontormo che è avvenuta ieri mattina nell’edificio che si trova in via Bonistallo a Empoli

Un momento della simulazione di evacuazione in caso di emergenza degli studenti dell’istituto Fermi-Da Vinci e del liceo Pontormo che è avvenuta ieri mattina nell’edificio che si trova in via Bonistallo a Empoli

Da una parte la preoccupazione degli studenti che vedono sfumare l’attesa per il momento più sognato: la gita di fine anno. Dall’altra gli istituti scolastici superiori consapevoli di quanto vedere il mondo sia importante per l’educazione dei ragazzi. Nel mezzo un nodo di natura burocratica che rischia di far saltare tutto: viaggi di istruzione e scambi culturali.

Il problema riguarda licei e istituti superiori di tutta Italia e ora il caso è esploso anche nell’Empolese, dove l’Isis Pontormo come altri, si trova impossibilitato a organizzare le bramate uscite di fine anno, tradizionalmente calendarizzate per febbraio. Il motivo sta in una lettera aperta inviata a tutta la comunità del Pontormo per aggiornare sullo stato dell’arte dei viaggi di istruzione, degli scambi e dei viaggi valevoli ai fini dei Pcto dell’anno scolastico 2024/25.

In sostanza - la questione è tecnica e complessa - l’Anac (Agenzia Nazionale Anticorruzione) nel 2023 ha reso obbligatorio l’utilizzo del Mercato elettronico MePA per le gite, mentre il nuovo codice dei contratti impone alle scuole di diventare stazioni appaltanti qualificate per stipulare contratti superiori ai 140 mila euro. Le conseguenze? Di non semplice soluzione. Le nuove regole prevedono procedure lunghe per le gare. Per agevolare le operazioni era stata concessa una deroga, scaduta però il 30 settembre. E così gli istituti restano bloccati dalle nuove procedure. Presidi ostaggio della burocrazia e viaggi a rischio cancellazione.

"È cambiato il codice dei contratti pubblici - spiega amareggiata la dirigente del Pontormo, Filomena Palmesano - Restare sotto la soglia indicata è impossibile per i licei come il nostro. Lo storico degli ultimi anni si attesta sui 300mila euro; di gite ne facciamo tante. Ora il limite ci pone davanti a delle scelte: tagliare più della metà dei viaggi, oppure affidarci ad una stazione appaltante qualificata disponibile a farlo conto terzi". Si tratta della cosiddetta Centrale Unica di Committenza (C.U.C.) che possa svolgere la gara di rilevanza europea per conto della scuola. Palmesano, venuta a conoscenza del problema, si è mossa con largo anticipo per evitare di far saltare la programmazione, individuando la C.U.C. il cui capofila è il Comune di San Miniato.

"Il 20 ottobre avevamo già il quadro complessivo di tutte le gite, inclusi i viaggi all’estero per le quinte, quelli in Italia per le seconde, le terze e le quarte, gli scambi culturali in Francia, Germania e Spagna e la settimane sportive sulla neve. Contattata la C.U.C. seguendo le procedure dell’Anac, questa il 25 ottobre accetta formalmente. Il Consiglio di Istituto il 2 novembre delibera l’affidamento della gara per l’espletamento dei viaggi di istruzione". E poi? "L’iter si blocca per motivi non chiari. Nonostante i ripetuti solleciti siamo fuori tempo massimo. I viaggi devono essere organizzati ora; il rischio è di non trovare più disponibilità o sentirci proporre prezzi esorbitanti".

L’Istituto deve avere il tempo necessario a raccogliere dalle famiglie i fondi economici e predisporre la documentazione necessaria. Una corsa contro il tempo. Qualche istituto del territorio pare abbia optato per far partire solo un gruppo di studenti restando sotto i 140mila euro. "Il sistema ancora una volta dimostra tutta la sua inadeguatezza - commenta il dirigente del Fermi-Da Vinci Gaetano Flaviano - Al prossimo Collegio presenterò alcune proposte, tra cui fare il possibile per non sforare i 140 mila euro. Come? Ridefinendo il programma, escludendo l’estero e abbassando il budget da 600 a 280 euro a testa". Così partono tutti, pur restando in Italia. "E’ un problema per la filiera, per chi vive di viaggi d’istruzione, agenzie, alberghi, ristoranti. Le scuole hanno un indotto importante. Il rischio è che non si muova nessuno".