Sferisterio, Gavazzeni pronto al sì: “Sarebbe un vero onore"

Macerata, il regista era tra i partecipanti all’ultimo bando per la direzione artistica: "Nessuna chiamata ufficiale, ma so che c’è un interessamento Prima di qualsiasi decisione, dovrò parlare con sindaco e sovrintendente"

Sferisterio, il bergamasco Paolo Gavazzeni, 54 anni, in pole per la direzione artistica del Mof

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Macerata, 21 ottobre 2023 – “Non sono ancora stato chiamato ufficialmente, so che c’è un interessamento nei miei confronti e ne sono lusingato. Sono pronto a mettermi a disposizione se sarà possibile far collimare i miei impegni". L’ipotesi Paolo Gavazzeni alla direzione artistica dello Sferisterio si fa sempre più concreta. Il cda dell’associazione giovedì ha rescisso, "suo malgrado", il contratto con Paolo Pinamonti, in pensione da settembre e quindi per la legge Madia impossibilitato a continuare nel suo incarico.

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Pinamonti non l’ha presa bene: "Mi sarebbe piaciuto portare a termine un progetto triennale – ha detto –, ma purtroppo ci sono decisioni che travalicano le volontà dei singoli". È subito scattata la caccia al sostituto. Di Bergamo, 54 anni, Gavazzeni vive a Milano, è diplomato in pianoforte e laureato in Giurisprudenza: l’amore per il piano da bambino e per la lirica fin da ragazzino, per 12 anni nella direzione artistica del Teatro della Scala e per 5 direttore artistico dell’Arena di Verona, è pronto a impegnarsi per lo Sferisterio. Era tra i partecipanti all’ultimo bando ma fu escluso per non aver allegato un modulo. "Non sono molto bravo con la burocrazia", si scusa. Si definisce "orgogliosamente bergamasco, i miei concittadini sono grandi lavoratori, persone concrete".

Gavazzeni, le sono arrivate comunicazioni dallo Sferisterio?

"Non ufficialmente, ma sono onorato dell’interessamento nei miei confronti. Prima di prendere qualsiasi decisione però è necessario che incontri il sindaco, di cui mi hanno parlato molto bene, e il sovrintendente, deve esserci una condivisione di idee. Conosco lo Sferisterio e Macerata, quando ero all’Arena di Verona ho avuto modo di conoscere Francesco Micheli e prima Pier Luigi Pizzi, rientrano nel mondo delle mie amicizie".

Ha già assistito a qualche opera a Macerata?

"Sì, in un paio di occasioni. Ricordo il Macbeth di Emma Dante, meraviglioso. Dato che sono direttore di un canale tv (Classica Hd su Sky), ho realizzato un documentario sul Macerata Opera Festival molto approfondito, anche su tutto quello che c’è intorno al Mof: non solo la città d’arte ma anche la realtà enogastronomica, quindi ristoranti e piatti tipici. Sono stato poi nel teatro di Fano, dato che spesso faccio parte di commissioni di concorsi lirici, e poi in vacanza a Porto Recanati e al Conero. Le Marche sono un luogo magico, una bellissima terra che purtroppo non tutti noi italiani conosciamo".

Cosa ne pensa della stagione, già impostata, che prevede 3 opere di Puccini su 3 totali?

"Premesso che sono un pucciniano fervente (mi innamorai della Boheme di Puccini, così ho scoperto l’amore per la lirica), sull’opportunità di 3 titoli su 3 di Puccini non sarei stato d’accordo, forse ne avrei tenuto uno per un altro compositore. Ma sono scelte personali, figuriamoci se voglio criticare. C’è sempre un motivo per polemizzare riguardo le decisioni e questo non mi appartiene".

Fu suo nonno, il grande direttore d’orchestra Gianandrea Gavazzeni, ad aprirle le porte della musica?

"Mio nonno mi portò a vedere una prova e così mi innamorai della lirica, ma prima fu mia madre che un giorno al ritorno da scuola, avevo 6 anni, mi disse che avrei provato una lezione di pianoforte. La feci con Fernanda Scarpellini, che è stata anche l’insegnante di mia madre e mio padre, oltre che una cara amica di mio nonno, e continuai con lei. Vengo da una famiglia in cui ci hanno sempre lasciato liberi di scegliere la nostra strada. Mi sono dedicato al Conservatorio e insieme al liceo scientifico, ma sono un animale sociale, trovavo anche il tempo di stare con gli amici. Mi sono laureato in Giurisprudenza. Ho studiato pianoforte a Losanna e direzione d’orchestra ma sul podio non mi sentivo a mio agio".

È possibile far avvicinare i giovani alla lirica?

"A Verona lo abbiamo fatto coinvolgendoli: i giovani sono molto più intelligenti e curiosi di quello che pensiamo, hanno la capacità di andare a fondo".