NICOLA PETRICCA
Cronaca

Rinnovabili nelle Marche: slitta al 2025 la legge sulle aree idonee

Dopo il ricorso di alcune imprese, il Consiglio di Stato ha sospeso fino alla discussione il passaggio del decreto ministeriale che incaricava le Regioni di individuare le zone adeguate. Rossi (Civici Marche): "Situazione scandalosa. Esultano gli speculatori"

Un impianto di pale eoliche (foto di repertorio)

Un impianto di pale eoliche (foto di repertorio)

Ancona, 3 dicembre 2024 – La legge regionale per individuare le aree idonee a ospitare impianti per le energie rinnovabili va in pausa e slitta al 2025. Dopo che alcune imprese del settore energetico hanno impugnato il decreto ministeriale del 21 giugno 2024, il Consiglio di Stato ne ha sospeso il passaggio che demandava alle Regioni tale compito, almeno fino a quando non ci sarà la discussione di merito del ricorso di fronte al Tar (prevista il 5 febbraio).

Lo ha spiegato lunedì in Consiglio regionale l'assessore Andrea Maria Antonini, rispondendo a un'interrogazione di Giacomo Rossi (Civici Marche) che chiedeva quando tale legge sarebbe stata definita e presentata, in virtù della preoccupazione che stanno creando le tante richieste arrivate per costruire mega impianti eolici e fotovoltaici a terra sull'Appennino marchigiano: “Fino alla decisione del Tar non ci sarà possibile intervenire sulla normativa e, quindi, portare il testo in aula. In più, vista la situazione non così chiara, le Regioni hanno richiesto una proroga del termine dell'emanazione della legge. L'individuazione delle aree idonee/non idonee l'abbiamo connessa in qualche modo all'elaborazione del Piano di energia e clima regionale. Ovviamente, del piano, che è in fase di studio all'Università Politecnica delle Marche, sarà nostro impegno condividere con il territorio e i soggetti interessati le prospettive, soprattutto rispetto all'obiettivo posto dal Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica in tema per l'incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili: per le Marche è di raggiungere i 2,3 gigawatt entro il 2030. Per ora siamo a 0,3. Perciò dovremo lavorare, di pari passo con l’individuazione delle aree idonee e non idonee, nella prospettiva di centrare tale traguardo”.

Replicando all’assessore, che ha ringraziato per la risposta, il consigliere Rossi ha definito “scandalosa” la situazione, aggiungendo: “Il far west prosegue. E continuano ad arrivare decine e decine di richieste di installazioni di mega impianti eolici sui nostri crinali e di impianti fotovoltaici a terra. Il Governo, giustamente, aveva emanato questo decreto con cui obbligava le Regioni a individuare le aree idonee per l'installazione degli impianti. Esultano gli speculatori, esulta meno il nostro territorio, che continua a essere invaso da richieste che speriamo non arrivino al dunque, perché sarebbe la fine paesaggistica dei nostri Appennini e la fine economica del nostro comparto turistico legato ad ambiente e paesaggio. Chiediamo alla Regione di farsi trovare pronta, sperando che si possa redigere quanto prima questo piano. Prepariamoci, perché se e quando ci sarà la possibilità di dire la nostra, dovremo dire un fermo 'no' ai mega impianti eolici sui nostri crinali e all'agrivoltaico”.