Trombe d'aria, cosa sono e come si formano: lo scontro tra masse d’aria calda e fredda

Intervista all’esperto Arpae Sandro Nanni: “Sono meno potenti dei tornado, sia per diametro che per altezza, e sono imprevedibili”. Ci aspetta altra instabilità meteo

Ferrara, 9 giugno 2023 – I video amatoriali si sono susseguiti per l’intera mattinata di oggi, con tanto di condivisioni sui social e commenti più o meno apocalittici sulla progressiva tropicalizzazione del clima, anche alle nostre latitudini. Ha fatto paura la tromba d’aria che si è abbattuta stamattina sul Ferrarese, avvistata sia sulla costa, nell’area del Delta del Po (zona Lido di Volano – Goro), sia nelle aree di pianura più interna, tra Pomposa e Codigoro.

Una tromba d'aria: l'esperto Arpae spiega come si formano
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Tromba d’aria a Lagosanto, paura ma nessun danno

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Secondo Sandro Nanni, responsabile della Struttura idro-meteo-clima di Arpae (Agenzia regionale per la prevenzione, l’energia e l’ambiente), il fenomeno rientra tra gli effetti della spiccata instabilità che insiste sulla regione ormai da diverse settimane. Dottor Nanni, sui social si è parlato apertamente di tornado. È il termine corretto? “No, perché il tornado è un evento atmosferico di scala maggiore. In questo caso siamo di fronte a una tromba d’aria, più circoscritta sia per diametro della base (poche decine di metri), sia per altezza (non superiore ai cento metri), sia per durata (poche decine di secondi). Ovviamente, non si esclude che anche questo genere di fenomeni possa provocare dei danni, una volta toccata terra”. Quali sono le cause che li determinano? “In condizioni di instabilità come quelle attuali, può verificarsi un contrasto termico elevato fra la massa d’aria più vicina al suolo, più calda, e quella presente in alto, decisamente più fredda. A ciò si aggiunge il cosiddetto ‘shear’, o gradiente, del vento, la variazione improvvisa del vento in termini di intensità e direzione”. Perché è così difficile prevedere tali fenomeni? “Proprio per le loro dimensioni limitate. L’altezza massima che possono raggiungere (circa 100 metri) è inferiore a quella rilevabile dai radar e, sebbene abbiamo a disposizione strumenti ad altissima risoluzione, è arduo individuare – e, ancor più, prevedere - eventi estremamente localizzati e di così breve durata”. Le trombe d’aria di oggi e la tendenza delineata da Arpae fino ai primi giorni della prossima settimana confermano che siamo ancora nel bel mezzo di questa lunga fase instabile. Possiamo aspettarci un cambiamento? “Per ora no. I nostri modelli non intravedono, per ora, l’instaurarsi di una fase di alta pressione duratura. Le precipitazioni continueranno a tenerci compagnia anche nel fine settimana: come sempre, saranno più probabili nelle ore centrali della giornata, favorite del riscaldamento solare in Appennino e sulle colline. Ma sabato mattina il peggioramento sarà più evidente, di nuovo, sul Ferrarese, a causa di probabili raffiche di vento provenienti da Nordest. Per la vera estate, insomma, occorrerà attendere ancora”.