Gianpaolo Annese
Cronaca

Addio capitan Findus: le sue ceneri a San Michele

Scomparso Giovanni Cattaneo, il noto ammiraglio dello spot pubblicitario Le sue origini erano in parte sassolesi: nel cimitero riposerà accanto al fratello

Troveranno pace al cimitero di San Michele dei Mucchietti le ceneri di Giovanni Cattaneo alias Capitan Findus, il famoso ammiraglio amato da adulti e bambini che solcava i mari del nord per portarci in tavola gustosi bastoncini di merluzzo. Cattaneo, classe 1935, è deceduto nei giorni scorsi. È stato il primo attore, quasi 40 anni fa (a cavallo tra gli anni ’70 e ’80), a impersonare il capitano nei celebri spot che hanno segnato la storia della pubblicità. L’uomo è nato e viveva a Milano, ma le sue origini in parte parlano sassolese: la madre era di san Michele ed è per questo che i parenti hanno pensato di depositarne le ceneri nel piccolo cimitero della frazione sassolese, accanto ai resti del fratello Walter. La conferma arriva dalla polizia mortuaria del Comune che attende l’arrivo dell’urna cineraria nei prossimi giorni e ha già disposto, in accordo con i parenti e l’agenzia funebre di Milano che si sta occupando della pratica, dove avverrà la tumulazione.

Purtroppo capitan Findus nella sua vita reale la vela l’aveva ammainata già da tempo. Un tempo girava pubblicità, posava per i fotoromanzi, lavorava come comparsa nei film e aveva una bella casa in zona Paolo Sarpi. Di recente invece condivideva un appartamento in un alloggio popolare del Corvetto assieme al suo adorato pastore tedesco. Per cucinare non aveva il gas, doveva arrangiarsi con un fornelletto elettrico. I suoi giorni sono terminati dopo una degenza in una casa di cura. Viveva con la pensione minima e di invalidità.

In un’intervista – in quell’occasione indossava ancora il leggendario berretto – alla collega Marianna Vazzana del Giorno nel novembre del 2012 raccontò nella sua casa punteggiata di foto di personalità del mondo del cinema e della cultura che la sua vita era precipitata dopo una truffa ad opera di sedicenti imprenditori cinesi che lo avevano coinvolto nell’apertura di un ristorante: un’operazione tarocca dopo la quale il barbuto ammiraglio ci ha rimesso la casa. La vicenda è finita in tribunale: «Ma è da 11 anni – disse allora – che sto tribolando. Non ce la faccio più. Ora dovrei presentare appello ma non ho i mezzi per trovare un buon avvocato. Finora non ho avuto fortuna». La sua abitazione è stata occupata da una famiglia nomade ed essendoci di mezzo dei bambini non è stato possibile lo sfratto. E’ stato anche ospite dell’istituto geriatrico Golgi-Radaelli di Milano. Camminava con le stampelle e aveva un pacemaker. Nella vita ha fatto il pasticciere, il tassista, lo scaricatore di frutta all’ortomercato, il bagnino, il facchino, il bibliotecario, la maschera alla Scala e il bidello, ho fatto anche il vigile urbano, «ma senza mai fare multe però. Gino Bramieri e mia madre dicevano: ‘Sei troppo buono’. La gente mi fermava per strada e mi chiedeva i soldi, ma ora sono io che li devo chiedere agli altri». Ha rivolto diversi appelli pubblici per essere aiutato chiedendo che gli venisse restituito «quello che gli era stato tolto ingiustamente». Fino all’ultimo le persone quando lo riconoscevano lo hanno chiamato capitan Findus.