
Anna, l’ultimo abbraccio: "Daremo ai nostri nipoti tutto l’amore possibile"
Le candele tenute accese come tante stelle in mano ai presenti, secondo la tradizione ortodossa, e l’immagine di Anna, una foto gigante dove lei sorride, senza trucco, i capelli legati, indosso il camice bianco da medico. Un’immagine semplice e professionale allo stesso tempo, proprio come era lei, Anna Sviridenko, 41 anni il prossimo 13 agosto, uccisa dal marito Andrea Paltrinieri dal quale si stava separando, due bambini, di 3 e 5 anni. Lo hanno ripetuto tutti com’era Anna, da quel maledetto giorno quando il suo assassino si è presentato dai carabinieri con il corpo della moglie nel baule del furgone. Una donna generosa, sorridente, concentrata sul suo lavoro e sulla sua famiglia, pragmatica e instancabile. Ieri alla Funeral Home di Modena dove si sono celebrate le esequie, non c’era più bisogno di parlare, c’era spazio solo per abbracci e lacrime. Ieri intorno a quella madre piegata sulla bara aperta della figlia c’era l’affetto silenzioso di tanti, degli amici di Anna e di tante colleghe del reparto di radiologia del Policlinico dove si stava specializzando dividendo la sua vita tra Modena e Innsbruck dove viveva e lavorava e dove stava crescendo i suoi due bambini.
"Non si viene in Italia per morire - ha esordito nella sua omelia padre Giorgio Arletti, parroco della chiesa ortodossa di Modena - non tocca a noi giudicare, sarà un tribunale a giudicare l’assassino che ha portato Anna alla morte lasciando orfani due bambini. Saranno cresciuti dai nonni nel ricordo della figlia – ha proseguito - e noi sappiamo quanto sia difficile per i nonni sostituirsi completamente ai genitori". Poi un passaggio tanto duro quanto profondamente cristiano quando padre Arletti ha chiesto di avere pietà anche per l’uomo che l’ha uccisa; "non ci riusciamo ma lo dobbiamo fare perché se siamo cristiani sappiamo che in fondo a quel tunnel orribile della morte c’è una piccola luce che brilla come quella che avete in mano". Parole pronunciate di fronte a un dolore sommesso e composto, i genitori di Anna ai quali venivano tradotte le parti in italiano della cerimonia, sorretti l’uno all’altra davanti alla bara della loro ragazza, accanto un’amica della donna arrivata da Innsbruck. Un viaggio dalla lontana Bieleorussia, per questa coppia che dovrà tornare "genitori" un’altra volta perché a loro è stata affidata la cura dei due nipotini a Innsbruck. Per loro hanno parlato i legali che li stanno seguendo, gli avvocati civilisti Francesca Obici e Alessandro Roncaglia e la penalista Roberta Sofia che li rappresenterà nell’iter giudiziario di questa tragica vicenda. "Possiamo solo dire che i genitori sono distrutti dal dolore – le sue parole - ci tengono a fare sapere che vogliono trasmettere ai nipotini tutto l’amore che avevano per la loro figlia e tutto l’amore che la loro figlia aveva per i suoi bambini". Amore e dolore, un rimbalzo continuo, come, ne siamo certi, era per Davide, fratello di Andrea Paltrinieri, presente ieri alla cerimonia insieme alla moglie, anche loro sconvolti e in lacrime , un’altra famiglia che sta facendo i conti con un destino assurdo e impensabile, che in un attimo ha stravolto tutto.