WALTER BELLISI
Cronaca

Antenna 5G, dietro front: "Autorizzazione negata"

Renno di Pavullo, area vincolata come paesaggio e vicina all’aeroporto. I residenti: "Non è un no alla tecnologia, esistono zone più idonee".

Il cantiere per la costruzione dell’antenna a Renno di Pavullo

Il cantiere per la costruzione dell’antenna a Renno di Pavullo

L’autorizzazione a costruire l’antenna 5G alta 40 metri è stata revocata con grande soddisfazione della piccola comunità di Renno di Sopra e Piantacroce di Pavullo. Una battaglia durata sei mesi, fatta di legittime proteste contro la realizzazione di questa infrastruttura che non solo impattava nell’ambiente, avrebbe dovuto sorgere in una zona soggetta a tutela paesaggistica a valle del Castello di Montecuccolo, e distante appena 1.500 metri in linea d’aria dall’aeroporto Paolucci rappresentando un rischio per la sicurezza aerea.

Il cantiere di lavoro era stato avviato la seconda settimana di gennaio scorso quando gli abitanti della frazione (ci vivono circa 60 famiglie), assistettero all’arrivo di grossi escavatori in un piccolo terreno privato attiguo a un’abitazione del paese. Chiesero chiarimenti che non arrivarono, ma riuscirono a scoprire che in quel piccolo appezzamento sarebbe dovuta sorgere una torre per antenna 5G, commissionata da Vodafone e appaltata alla società Inwit, leader nazionale nella gestione delle infrastrutture per telecomunicazioni. Quel terreno era stato ceduto in affitto da un privato cittadino, residente nella frazione, senza informare i vicini e la comunità. La procedura, pur legalmente avviata, non era mai stata condivisa pubblicamente né discussa in sede istituzionale.

Nel tempo di 72 ore sorse il Comitato 5G Piantacroce, al quale aderirono 50 famiglie che rappresentavano oltre l’80% dei residenti. Il comitato si affidò all’avvocato Simone Mazzoni, dello studio De Vergottini, "con l’obiettivo di tutelare i diritti dei cittadini, in particolare la libertà di parola e partecipazione e per richiedere l’individuazione di una collocazione più idonea per l’installazione dell’antenna".

I promotori del Comitato chiariscono che "non è stata una battaglia contro la tecnologia, ma contro una scelta calata dall’alto, inesorabile, eticamente scorretta. Progresso sì – precisano -, ma con buon senso: le alternative c’erano". Diversi cittadini si dichiararono disposti a offrire gratis terreni situati in aree aperte, lontane dal centro abitato, e in posizioni tecnicamente compatibili con la diffusione del segnale. Grazie alla pressione del Comitato e al coinvolgimento delle istituzioni locali, l’intervento è così stato bloccato e l’autorizzazione revocata.

La decisione è arrivata al termine di un percorso che ha visto coinvolti tecnici, legali, rappresentanti politici e autorità aeroportuali. "Ora si torni a ragionare con buon senso e rispetto - è il messaggio del Comitato -. La tecnologia può e deve convivere con la qualità della vita, la sicurezza e il paesaggio. Ma deve farlo con trasparenza, ascolto e coerenza".

Walter Bellisi