
Un calice di vino, al tramonto, nel fresco delle colline. In un’estate torrida e segnata da tante incertezze, c’è un ’format’ che si sta dimostrando una garanzia: quello dell’aperitivo (aperi-cena, a voler esser pignoli) in vigna, o comunque nel verde, gestito da realtà di stampo tradizionale, vedi poderi o trattorie, che si sono reinventate.
"Noi l’abbiamo organizzata per la notte di San Lorenzo ed è stata un successo, sicuramente la rifaremo" racconta Stefano Colli (in foto assieme allo staff), titolare della Trattoria del Colle.
Una ’star-bag’ con dentro cibo, vino, bicchieri e posate, oltre all’immancabile coperta da stendere a terra. "Ci eravamo organizzati per farne 50 – dice – ma abbiamo capito subito che la richiesta era ben più alta. Stiamo valutando anche qualcosa di diverso per il futuro: alla fine è una cosa carina, soprattutto d’estate, che va incontro ai giovani".
"Devo dire che quest’anno le proposte per l’aperitivo in vigna sono molto aumentate – considera Agnese Del Chierico, titolare del Podere Diamante –. Noi avevamo iniziato a offrirli già l’anno scorso, ma di per sé non è una novità. Quel che è cambiata è la richiesta, si è alzata molto".
"Sarà perché – ipotizza – le persone negli ultimi due anni hanno fatto meno viaggi, all’estero ma non solo. Vuoi anche che comunque sono arrivate delle difficoltà economiche, per cui appunto non puoi permetterti una lunga permanenza. Fatto sta, che stiamo ricevendo tantissime persone per questi aperitivi in vigna. Perché alla fine stai all’aria aperta, non spendi tanto, ed è qualcosa che puoi fare in serata. Come una piccola vacanza, per staccare un po’ dalla monotonia". Ancora una volta, questo vale sia per l’aperitivo in vigna che per le attività, diciamo, ’ordinarie’. "Cioè ristorante e camere – spiega – quello in vigna lo definirei un ’plus’, però attività di agriturismo come la nostra si stanno dimostrando un toccasana a 360°, per i cittadini che magari non hanno tempo e risorse di viaggiare in grande".
In generale questa stagione è segnata dalla ricerca dell’aria aperta e del verde, fosse anche solo per una sera, una cena. Un momento per evadere e respirare un po’ aria diversa, meno cittadina.
"Sicuramente questa è un esigenza molto più forte, dopo il Covid – commenta Elisabetta Crinelli, titolare della Acetaia Sereni –. La nostra è una realtà che lavora molto dalla primavera all’autunno, non a caso. Quest’anno devo dire che, appena hanno riaperto i ristoranti, è stato un assalto, così come per Ferragosto". "Noi non abbiamo tante camere – continua – e per lo più le permanenze lunghe interessano clienti stranieri. Viviamo anche l’utenza locale, modenese ma non solo, che magari si sposta per due giorni, non di più".
Giulia Beneventi