
Controlli ieri pomeriggio dei carabinieri alla stazione delle corriere
Un’area che sfugge a qualsiasi controllo, a qualsiasi legge. Nonostante la presenza costante delle forze dell’ordine – i carabinieri erano sul posto anche ieri – l’autostazione è divenuta la quotidiana ‘location’ per rapine, risse e scontri violenti ai danni di studenti sempre più terrorizzati. Terrorizzati a tal punto da restare ‘paralizzati’ dinanzi ad un compagno che, a pochi passi da loro, viene pestato a sangue e questo per evitare di fare la stessa fine.
Dopo le risse già documentate su queste pagine nei giorni scorsi, ieri l’ennesimo ragazzino è stato vittima di un pestaggio avvenuto appunto in autostazione. Come sempre l’aggressione è avvenuta all’uscita da scuola, tra le 13.15 e le 13.30. A raccontarlo, dopo aver appoggiato il ghiaccio sui lividi del figlio 16enne, sotto choc, è un padre che chiede giustizia.
"Mio figlio era appena uscito da scuola, il Sigonio – racconta l’uomo –. I mezzi erano pieni e lui era in attesa della corriera diretta a casa, a Soliera, lungo la corsia, una delle ultime. Ciò che mi ha raccontato è denso di particolari poiché, purtroppo, difficilmente riuscirà a dimenticare. Era fermo, accanto i suoi amici. All’improvviso è stato raggiunto da una banda di cinque ragazzi coetanei, forse più piccoli. Quattro, secondo lui, erano sicuramente di origine nordafricana mentre gli altri italiani, uno biondo con i capelli lunghi. ’Hai i soldi?’ gli hanno chiesto, senza mezzi termini. Alla risposta negativa, lo hanno massacrato di botte. In due lo hanno colpito alla testa e mio figlio è caduto a terra. Hanno continuato a colpirlo e nessuno ha mosso un dito.
Lui, fortunatamente, è riuscito a divincolarsi, a salire di corsa sull’autobus e la cosa che mi fa rabbia, al di là dell’aggressione, è che mi ha detto di aver cercato disperato qualcuno delle forze dell’ordine ma di non aver trovato nessuno.
Mi chiedo – tuona l’uomo – con episodi di violenza reiterati ogni giorno alle 13.30, perché non c’era nessuno? Mio figlio è poi arrivato a casa dai nonni e mi ha chiamato:l’ho raggiunto, abbiamo messo del ghiaccio e fortunatamente non ha avuto bisogno di ricovero ma è sotto choc. Vuole fare un po’ il duro; dice che è tutto a posto ma lo choc verrà fuori in seguito. Non si fermavano – mi ha detto – erano ’abituati’ evidentemente. Ragazzi che vivono nell’impunità e quello che preoccupa è la violenza con cui agiscono: sono spregiudicati, spietati e nessuno li ferma, nonostante tutti sappiano che, alle 13.30, scatta l’ora X: quella in cui il branco arriva e semina violenza e terrore.
Il mio primo pensiero? Sincerarmi delle condizioni di mio figlio, ma ora presenterò denuncia. Prima, però, mi sento di farla qui, pubblicamente: c’è una totale mancanza di tutela per i nostri ragazzi, studenti che, al termine delle lezioni, vorrebbero tornare serenamente a casa e dovrebbero averne il diritto. Queste aggressioni avvengono alla luce del sole e questo non lo accetto: c’è una lacuna a livello di gestione delle forze dell’ordine: se i ragazzi si permettono di agire in questo modo e alla luce del sole qualcosa, sicuramente, non viene gestito come dovrebbe".