Modena, 16 aprile 2018 - «Non si è trattato di atto xenofobo ma di un gesto di esasperazione verso un atteggiamento incivile. Me ne scuso, ma certe volte quando sale la rabbia cedi a reazioni spropositate». A parlare è un residente di Gaggio di Castelfranco, a suo dire colpevole di avere imbrattato le mura esterne della casa dell’europarlamentare Cécile Kyenge con escrementi animali. «Perché l’ho fatto? Semplice: suo marito non raccoglie mai le deiezioni del loro cane di grossa taglia e all’ennesimo episodio non ci ho visto più dalla rabbia, ho rimosso le feci e le ho gettate nel giardino». Il residente vuole rimanere anonimo, ma racconta per filo e per segno la sua versione dei fatti, assicurando di non avere nulla contro l’operato dell’esponente dem e le sue battaglie per l’integrazione. Insomma, tutto il putiferio scoppiato due giorni fa con le reazioni indignate del Pd per «l’atto razzista» e la stessa Kyenge a condannare «l’apparente rilievo politico del gesto» non sarebbe altro che il culmine di una lite di quartiere tra vicini. AGGIORNAMENTO / L'europarlamentare: "Mai litigato con i vicini" «E dire – prosegue il residente – che più di una volta abbiamo visto coi nostri occhi che suo marito lasciava il cane farla dove capitava e lo abbiamo invitato a smetterla, ma niente. Finchè l’animale fa le sue cose in mezzo all’erba può anche passare, ma il discorso è diverso quando ci ritroviamo le feci sulla ciclabile o sulla strada dove camminiamo coi nostri bambini. E’ da tempo che accade la stessa cosa e sinceramente non sono l’unico ad essermi stancato». Due settimane fa, secondo sempre l’abitante di Gaggio, si sarebbe consumato l’ennesimo scontro: «Ho visto che non aveva raccolto nuovamente gli escrementi, l’ho richiamato e lui si è giustificato dicendo che non se n’era accorto. Non gli ho creduto ribadendogli che bisogna essere più civili». Ma giovedì scorso la storia si ripete e la rabbia del residente raggiunge livelli incontrollabili. «Camminavo sulla ciclabile, ero distratto e sono finito col piede dritto sui bisogni voluminosi del cane. Poco più avanti c’erano altre sue ‘tracce’ e, come sempre, nulla era stato pulito. Ammetto che mi si è chiusa la vena, ho raccolto tutto e ho gettato l’escremento nel loro giardino sporcando anche il muro. Non è stato un bel gesto, lo so, ma non avete idea quante volte ci siamo ritrovati nelle medesime condizioni di disagio». Non finisce qui, perché il giorno dopo – venerdì – capita di nuovo. «Ero fuori col mio cane e nello stesso punto c’era il medesimo spettacolo, con addirittura un grumo di pelo del loro animale accanto. Questa volta ho mantenuto la calma, ho messo tutto in un fazzoletto e poi l’ho lasciato davanti al cancelletto della villetta. Personalmente – assicura – non sono mai entrato nel giardino della loro abitazione in nessuna delle due occasioni e ribadisco che l’unica intenzione è stata quella di sfogarmi per una situazione che ormai si ripete da troppo tempo».