REDAZIONE MODENA

"Ciao Fede, te ne sei andato sul più bello"

Chiesa gremita per i funerali di Federico Scacchetti, morto a 30 anni in un incidente. La madre: "Ti terremo nel nostro cuore"

"Ciao Fede, te ne sei andato sul più bello"

"Fede, è stato un grande privilegio e onore essere tua madre e metterti al mondo, e ora è un grande onore salutarti e accompagnarti nell’ultimo tuo viaggio". Nel silenzio rotto dalle tante lacrime degli amici e dei parenti, Stefania Canovi si è rivolta così al figlio Federico, guardando la bara di faggio chiaro, ieri mattina durante le esequie nella gremita chiesa di San Bernardino Realino. Federico Scacchetti, 30 anni, giovane avvocato, è morto all’alba di venerdì scorso a seguito di un incidente stradale a Soliera, mentre stava percorrendo in macchina via Limidi, tornando verso casa, a Carpi. "Sei il mio eroe - ha proseguito la madre – lo sei sempre stato. Ci ha insegnato tante cose: tu sapevi vedere oltre i difetti delle persone . Mi facevi ridere anche quando mi arrabbiavo; quando entravi in casa ti bastava guardarmi per chiedevi ‘Cos’hai?’ e a me bastava sentire il modo in cui salivi le scale per capire il tuo umore. Sei stato il migliore dei maestri; hai perseguito il tuo sogno, fino da quando avevi tre anni mi dicevi che volevo diventare avvocato come lo zio: hai trionfato ma te ne sei andato sul più bello". "Avevo già preso il tuo regalo per Natale e dopo una piccola discussione tra di noi volevo dartelo, ma hai voluto aspettare Natale. Ti avevo preso un orologio perché volevo regalarti il tempo... Quando eri piccolo mi chiedevi: ‘Mamma è vero che tu ci sarai sempre con me?’, ora te lo chiedo io: ‘Fede, è vero che ci sarai con me? Il dono che mio figlio ci ha lasciato per questo Natale è di abbracciarci più forte. Manteniamo Fede nel nostro cuore". "Mi sono chiesto cosa avrei potuto dire oggi. Niente – ha affermato il parroco Don Mauro Pancera -. Nessuno di voi si immaginava che l’alba di venerdì scorso si sarebbe trasformata in un istante da una come tante in un giorno di buio sepolcro. Ho davanti agli occhi la fotografia di Federico: corona d’alloro, cravatta rossa e quel suo sorriso che tanti in questi giorni hanno ricordato. Sarà proprio con quel sorriso che potrà raccontare a Dio di ciascuno di voi; quel sorriso che certamente resterà scolpito nelle vostre vite deve aiutarvi a non avere paura, a credere che dentro ad una bara non finisce tutto, ma ha inizio qualcosa di nuovo. E a Federico, com’è stato scritto anche su uno striscione dedicato dai suoi amici allo stadio diciamo il nostro ‘ciao’, che è la parola che si dice quando si ha la certezza che un giorno ci si rivedrà".

Maria Silvia Cabri