
Pranzo al ristorante
Modena, 29 aprile 2025 – Lavora nella ristorazione da oltre un ventennio (suoi sono l’Osteria Emilia a Campogalliano e il ristorante Anna a Modena) e per i prossimi cinque anni sarà il portavoce di un settore nevralgico che conta oltre 350 attività. Davide Forghieri è il nuovo presidente provinciale di Fipe-Confcommercio (Federazione Pubblici esercizi), succedendo allo chef Luca Marchini, reduce da una guida decennale.
In che modo pensa di raccogliere l’eredità di Marchini?
"Chef Marchini ha valorizzato magnificamente il nostro territorio in un periodo, come l’ultimo ventennio, che ha visto migliorare in maniera esponenziale il settore del turismo, grazie anche all’offerta dei pubblici esercizi. Le linee guida del mio mandato saranno il consolidamento di questo lavoro e una maggiore interpretazione dei nostri associati, ascoltando le esigenze in ogni comune con la presenza capillare di Confcommercio".
Ha fatto della filiera corta e della tradizione che guarda al futuro la filosofia su cui fonda le sue attività ristorative: vede delle similitudini col tipo di lavoro che l’aspetta?
"La filiera corta rappresenta le piccole produzioni presenti sul territorio con la loro identità. Sarebbe magnifico offrire una piattaforma di distribuzione ai piccoli produttori, dando così stimoli agli esercizi con prodotti distintivi e la valorizzazione delle microeconomie locali. Penso per esempio al Mercato Albinelli, che potrebbe trarre ancora più beneficio da tale impostazione".
Gli esercizi pubblici dialogano direttamente con la comunità, in particolare con le persone che amano vivere la città: in che modo questo rapporto è cambiato e sta cambiando anche in funzione del mercato?
"Il tessuto sociale negli ultimi decenni si è estremamente evoluto, diventando più veloce, esigente e curioso. L’offerta è sempre più specializzata e diversificata, interpretando anche le richieste delle comunità straniere e dello stesso modenese, che viaggiando e informandosi trova piacere nel vivere e rivivere emozioni. La somministrazione è più mirata a ogni esigenza, da quella veloce per necessità fino alla cucina più raffinata".
Che tipo di città è Modena? C’è ancora la famosa ‘mossa’?
"La mossa c’è, così come il desiderio di uscire e vivere. Personalmente rimpiango con nostalgia la maggiore offerta nel passato di musica dal vivo. Sarebbe magnifico se le amministrazioni locali offrissero spazi alle iniziative private per una maggiore proposta in questa direzione, anche per esperienze brevi di singoli eventi, intesi come una sorta di ‘flash happening’". Spesso si parla di movida e come dovrebbe rispettare le esigenze dei residenti. Che idea ha su questo?
"La movida è fondamentale per le città e come tutte le cose dovrebbe sapere conciliare l’educazione della clientela e degli stessi esercenti con la comprensione da parte dei cittadini".
Come rappresentante di categoria, giudica positivo il rapporto con il Comune di Modena?
"Penso che l’amministrazione a oggi abbia lavorato bene: tanto si è fatto per esempio per il turismo con ottimi risultati. Altrettanto si può migliorare in ogni singolo settore, non solo ristorativo, per quanto riguarda locali da ballo, spettacoli e qualsiasi espressione del pubblico esercizio per il pubblico. La mia presidenza sarà il più possibile anello di congiunzione tra le esigenze degli esercenti e dei clienti. Sono un sognatore pragmatico e il mio desiderio è avere per Modena e provincia un luogo deputato per eventi, non solo gastronomici. Una piazza per tutti, modenesi e non, con le gambe sotto il tavolo, sia al chiuso che al coperto: il pubblico esercizio è infatti prima di tutto socializzazione".