Covid e gravidanza, lo studio a Modena: "Donne incinte più difese contro il virus"

Importante ricerca pubblicata sulla prestigiosa rivista 'Nature'. Facchinetti: "Il sistema immunitario delle gestanti scongiura gli effetti più gravi"

Gravidanza e covid: nuovo importante studio

Gravidanza e covid: nuovo importante studio

Modena, 1 agosto 2021 - Nel caso dell’infezione da coronavirus le gestanti attivano una specifica risposta che difende l’organismo dalla tempesta citochinica responsabile dei sintomi più gravi e dei decessi da Covid-19. Lo stabilisce uno studio scientifico pubblicato il 29 luglio sulla prestigiosa rivista internazionale Nature Communications, in cui i ricercatori modenesi Sara De Biasi, Domenico Lo Tartaro e Lara Gibellini, guidati dai professori Fabio Facchinetti e Andrea Cossarizza, hanno identificato i meccanismi molecolari e cellulari che il sistema immunitario delle donne gravide attiva per tenere sotto controllo l’infezione da Sars-CoV-2.

Da sinistra il professor Fabio Facchinetti e il professor Andrea Cossarizza
Da sinistra il professor Fabio Facchinetti e il professor Andrea Cossarizza

Per studiare nei dettagli le molecole presenti nel plasma e le cellule del sangue coinvolte nella risposta immunitaria, è stato utilizzato un originale approccio bioinformatico di biologia dei sistemi (system biology). "In gravidanza – illustra il professor Fabio Facchinetti, direttore della struttura complessa di Ostetricia e Ginecologia dell’Aou Modena che nella pandemia ha assistito quasi tutti i parti delle donne Covid positive – il sistema immunitario lavora in modo particolare per permettere lo sviluppo del feto. In caso di infezione da coronavirus, le gestanti attivano una risposta specifica e nuova, che, proprio come un potente soffio di vento, spazza via la nota tempesta citochinica, responsabile dei sintomi più gravi e dei decessi legati al Covid-19. Questo processo spiega perché le gravide si siano meglio difese nella pandemia".

Gli stessi studi epidemiologici oggi riferiscono di un minor numero di complicanze di quante se ne temessero lo scorso anno. "Sono molto orgoglioso del fatto che il nostro gruppo sia stato il primo a studiare così nei dettagli l’assetto immuno logico di queste pazienti, chiarendo i dettagli che spiegano la loro risposta ottimale all’infezione", afferma il professor Andrea Cossarizza, ordinario di Patologia e Immunologia all’Università di Modena e Reggio Emilia. Lo studio, a cui hanno partecipato anche la professoressa Cristina Mussini e i professori Giovanni Guaraldi, Massimo Girardis e Isabella Neri dell’Azienda Ospedaliero Universitaria e dell’Ateneo modenese insieme ai dottori Mario Sarti dell’Aou e Tommaso Trenti dell’Ausl Modena, è iniziato nel momento più caldo della pandemia ed è proseguito per diversi mesi.

"Grazie anche alla stretta collaborazione attivata immediatamente con i colleghi americani, abbiamo quindi potuto utilizzare la più avanzata tecnologia cellulare oggi disponibile, ottenendo poi questi risultati". L’analisi bioinformatica dei dati prodotti dai ricercatori ha permesso di identificare alcuni meccanismi endogeni di regolazione della risposta infiammatoria che vengono messi in atto per controbilanciare la risposta stessa.

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