REDAZIONE MODENA

Crisi della Ares Design: "Ci mancano ancora tre stipendi arretrati"

Le protesta dei dipendenti: "Molti colleghi usciti non hanno ricevuto il Tfr". La prossima settimana il tribunale deciderà sul prolungamento del concordato.

Le protesta dei dipendenti: "Molti colleghi usciti non hanno ricevuto il Tfr". La prossima settimana il tribunale deciderà sul prolungamento del concordato.

Le protesta dei dipendenti: "Molti colleghi usciti non hanno ricevuto il Tfr". La prossima settimana il tribunale deciderà sul prolungamento del concordato.

"Dovevano versarci le cinque mensilità a cui avevamo diritto, ce ne sono arrivate solo due. E molti ex dipendenti sono ancora in attesa del Tfr. Siamo stanchi, abbiamo in mente una class action se la situazione non si sbloccherà".

La protesta arriva da diversi dipendenti della Ares Design Factory, azienda specializzata nella customizzazione di auto di lusso ed esemplari unici basata a Modena in via Sant’Anna (nella foto) che da aprile, dopo il mancato pagamento degli stipendi per mancanza di liquidità, ha attraversato una fase difficile e di grande preoccupazione, durante la quale si è ridotto anche il numero dei lavoratori occupati passando da 60 a 40 unità tra operai e impiegati.

L’azienda fa sapere che occorrono semplicemente i necessari tempi tecnici, poi anche i rimanenti stipendi e le liquidazioni saranno versate. Sarà importante vedere se il tribunale, probabilmente il 18 novembre, deciderà se prolungare il concordato preventivo concesso per risanare l’azienda, che sarebbe così in grado di far ripartire l’attività fin da dicembre a fronte di un portafoglio ordini già pieno.

Sarebbe una vera e propria svolta positiva dopo una crisi che dura fin dalla scorsa estate. A fine luglio 2024 era stato aperto un concordato in continuità per scongiurare il fallimento dell’azienda gravata da debiti con fornitori e dipendenti. Ad agosto è stata aperta la cassa integrazione ordinaria per tutti i dipendenti per far fronte alla crisi di liquidità, dal 1° settembre al 30 novembre. A metà ottobre le prime voci positive: l’azienda, di proprietà straniera, fece sapere che entro e non oltre il 31 ottobre 2024 avrebbe pagato le 5 mensilità arretrate ai lavoratori, sarebbero stati versati i contributi previdenziali mancanti e liquidati i Tfr dei lavoratori usciti su base volontaria tra il 2023 e marzo 2024. Una promessa finora mantenuta a metà. Si disse anche che il concordato sarebbe stato chiuso entro il 18 novembre perché erano in arrivo nuove finanze dai soci che intendono ricapitalizzare l’azienda. L’azienda dunque, sarebbe in grado di ripartire grazie all’aiuto di un nuovo piano industriale e con la Cigo sino a fine novembre. Si parlò anche di fondate possibilità che prima della chiusura della Cigo al 31 novembre, una parte dei lavoratori potesse rientrare al lavoro per evadere una parte degli ordini sospesi durante la Cigo.

Entro i primi giorni di dicembre, sempre secondo gli annunci di un mese fa, dovrà esserci la ripartenza totale dell’azienda avendo già un portafoglio ordini per molte commesse per il 2025.

A suo tempo la Fiom Cgil giudicò positivamente il piano di rilancio industriale illustrato dall’impresa e il mantenimento di tutti i posti di lavoro.

Ora si tratterà di verificare prima di tutto se gli stipendi arretrati verranno pagati e se il tribunale potrà prolungare il concordato. I dipendenti sperano in una ripresa delle attività il più presto possibile.

Roberto Grimaldi