"Che cos’è il genio? E’ fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità d’esecuzione". Così la voce narrante del film parlava del Necchi, uno dei cinque goliardi protagonisti di ‘Amici miei’, l’intramontabile capolavoro diretto da Mario Monicelli. Chissà se gli sceneggiatori della pellicola, magicamente trasportati nel tempo allo stadio Stirpe di Frosinone martedì sera, avrebbero usato le stesse parole per Gregoire Defrel, vedendolo colpire di testa al 93’ e regalare il pareggio al Modena. Noi pensiamo di sì: dopo essere entrato a inizio ripresa, l’attaccante francese è parso attendere, dopo non essersi fatto particolarmente notare per 45 minuti, l’attimo giusto per esaltare le sue doti di rapace dell’area di rigore e gelare lo stadio frusinate. E per dimostrare, se mai ce ne fosse bisogno, che quando sei un campione a volte basta un solo secondo per dare un senso alla partita tua e di tutta la squadra. E così Defrel, da sempre casacca numero 92 in onore del dipartimento di Meudon, cittadina nella regione dell’Hauts de Seine dove è nato trentatre anni fa, in un battito di ciglia ha vestito i panni di Gregorio il prestigiatore estraendo dal magico cilindro il coniglio vincente. E pensare che, come ha detto nel dopo gara, "non sono uno specialista dei colpi di testa...". Per fortuna, diciamo noi, poi il francese ha aggiunto: "Sono molto contento, spero che questa rete sia la prima di una lunga serie. Devo ancora rivedere l’azione, ma i miei compagni mi hanno detto che è stato un gran gol. La squadra ha disputato un ottimo primo tempo, poi abbiamo un po’ calato i giri del motore. Noi però non abbiamo mai mollato e siamo stati bravi ad agguantare un pareggio meritato".
Così Defrel, arrivato a Modena (o meglio, al Modena, visto che è da anni è di casa nella nostra città) alla fine di un lungo corteggiamento e fortemente voluto da mister Bisoli, il suo primo mentore italiano che lo lanciò ai tempi del Cesena. Il mister di Porretta cercava per il suo attacco un uomo così: d’esperienza, sempre pronto alla bisogna, con il compito specifico di ‘spaccare’ le partite partendo dall’inizio o entrando, come martedì sera, a gara in corso. Già nella ventina di minuti con il Bari aveva dimostrato queste doti di atteggiamento e applicazione, d’altronde se non hai queste doti non è che con Bisoli puoi andare troppo d’accordo... Ma il bello deve ancora venire, almeno tutti lo auspichiamo fortemente. Arrivato in gialloblu in comprensibile ritardo di preparazione, il francese sta bruciando letteralmente le tappe e lo aspettiamo presto al top della condizione. Il resto lo metteranno la sua esperienza, maturata in tanti campionati nella massima serie, e le sue indiscutibili doti tecniche. D’altronde, come abbiamo detto all’inizio, cos’è il genio? Chiedere a Gregorio il prestigiatore.
Alessandro Bedoni