Duplice omicidio, Montefusco a processo Comune e Casa delle donne tra le parti civili

Castelfranco, il 71enne è accusato di aver ucciso con numerosi colpi di fucile la moglie e la figlia di lei: crudeltà tra le aggravanti. Gli avvocati che difendono i parenti delle vittime: "Tante denunce per maltrattamenti inascoltate. Questo è un grande dolore".

Duplice omicidio, Montefusco a processo   Comune e Casa delle donne tra le parti civili

Duplice omicidio, Montefusco a processo Comune e Casa delle donne tra le parti civili

Le attese in casa, con il fucile pronto a far fuoco. Dopo di che le uccise con crudeltà. La crudeltà, infatti, è tra le aggravanti contestate all’uomo. E’ stato rinviato ieri a giudizio per duplice omicidio aggravato Salvatore Montefusco, l’imprenditore edile in pensione di 71 anni che il 13 giugno dello scorso anno uccise la moglie Gabriela Trandafir, 47 anni e la figlia della donna, la 22enne Renata, nella loro abitazione alla Cavazzona di Castelfranco. Il duplice femminicidio avvenne il giorno prima che si tenesse l’udienza di separazione dei coniugi. Il processo inizierà il prossimo 26 ottobre davanti alla corte D’Assise.

Ieri mattina, nel corso dell’udienza preliminare il giudice Barbara Malvasi ha ammesso la costituzione delle diverse parti civili: il Comune di Castelfranco, la Provincia di Modena, l’associazione Casa delle donne contro la violenza, il figlio minore della coppia, due fratelli, una sorella e la madre della 47enne uccisa. La difesa di Montefusco, rappresentata dall’avvocato Marco Rossi, aveva chiesto di poter accedere al rito abbreviato nell’eventualità che il delitto non fosse qualificato come punito con l’ergastolo. Circostanza che verrà valutata al termine del processo. Infatti al pensionato – che aveva confessato l’atrocità commessa – è stata contestata la premeditazione, il fatto che il delitto fosse stato commesso in presenza di un minore (il figlio della coppia) e ai danni della moglie, già maltrattata.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti quel giorno le due donne erano appena rientrate a casa e l’imputato le stava aspettando con un fucile semi automatico: prima colpì la ragazza, Renata, inseguendola nel cortile e sparandole a distanza ravvicinata mentre la 22enne tentava di fuggire. A quel punto Montefusco raggiunse la moglie, colpendola all’interno dell’abitazione dove la donna era corsa cercando rifugio. Il figlio, sotto choc, aveva cercato di fare da scudo alla madre. "Sono state accolte tutte le parti civili ed è stato disposto il rinvio a giudizio davanti all’Assise – spiegano gli avvocati Gianmaria Dalle Crode, del foro di Treviso e la collega Cristiana Polesel – la famiglia è molto provata. Noi tuteliamo la mamma della signora Gabriela e i tre fratelli. Sono tutti molto turbati e confidano in un giusto processo. Riteniamo ci siano ancora molte cose da provare relativamente alla natura delle sua responsabilità, nonostante le abbia pacificamente ammesse. Uno dei motivi per cui il reato è aggravato è perchè è stato commesso in occasione del reato di maltrattamenti, oggetto di altro procedimento". I legali spiegano come, tra querele e integrazioni, le vittime avessero presentato almeno undici denunce. "Denunce sfociate in questo episodio: il grande dolore della famiglia è proprio questo, che ci sono state molte denunce da parte delle vittime rimaste di fatto inascoltate". La presidentessa della Casa delle donne contro la violenza, Elena Campedelli, ha spiegato: "L’associazione, lavorando sul territorio da oltre 32 anni, è direttamente coinvolta in un fatto così grave. Proprio il giorno dopo il duplice omicidio la Casa delle donne si apprestava a inaugurare uno sportello a Nonantola e dopo tre giorni quello di Castelfranco". L’avvocato Valeria De Biase, che assiste la Casa contro la violenza, ha spiegato come "la costituzione viene fatta perchè noi crediamo in ogni caso che anche il processo fa cultura: siamo qui per quello. La cultura di combattere ogni forma di discriminazione e violenza di genere".

Valentina Reggiani