
The Black Blues Brothers in scena
Il sipario della nuova stagione di Concordia – allestito per il secondo anno dopo la riapertura da Ater Fondazione – si alza oggi con uno spettacolo unico e molto coinvolgente: Let’s twist again!. Una proposta che è un inaspettato crocevia tra circo contemporaneo e commedia musicale firmato dall’ensemble The Black Blues Brothers, conosciuti anche come "Acrobati del sorriso". Dopo essersi esibiti in tutto il mondo e aver intrattenuto più di 600.000 spettatori, i cinque acrobati kenioti, Bilal, Rashid, Seif, Mohamed e Peter, portano a Concordia il loro secondo lavoro, tracciando acrobazie incredibili su una colonna sonora al ritmo di twist e rock’n’roll e brani tratti dai repertori di Glenn Miller, Keith Emerson, Chubby Checker, Elvis Presley, passando per Aretha Franklin. Ne parliamo con Alessandro Serena, nipote di Moira Orfei, figura molto nota negli ambienti artistici avendo lavorato e partecipato a diversi progetti internazionali e culturali anche con la Rai.
Come è nata la sua collaborazione con The Black Blues Brothers?
"Ho conosciuto questi ragazzi otto anni fa nel 2016, quando allora avevano dai 20 ai 25 anni, durante uno dei tanti viaggi che facevo in Africa, partecipando ai progetti di una scuola di Nairobi, in Kenia, che promuoveva danze etnico folkloristiche ispirate alla tradizione Masai. Ci siamo incontrati e abbiamo pensato per la loro bravura di fare qualcosa di diverso insieme loro. Giunti in Italia, abbiamo cominciato a lavorare con uno stile più americano, ispirato ai Blues Brothers ed è venuto fuori qualcosa di interessante, anche grazie a preziose collaborazioni con coreografa tedesca, un clown, uno scenografo di alto livello".
Questo è il vostro secondo spettacolo. Quale il primo?
"Il primo si chiamava The Black Blues Brother che tuttora continuiamo a fare. Questo essendo il secondo si chiama ’Let’s twist again’".
Ci parla dello spettacolo?
"E’ ambientato in una stazione dei treni, dove i cinque ragazzi sono lì perché attendono un treno o forse qualcuno. Uno di loro risponde al telefono. E’ una ragazza, si sente una voce femminile, e da lì nascono una serie di gags, di riferimenti, che di volta in volta sono romantici o comici e che suscitano l’ilarità degli altri, i quali cominciano a prenderlo in giro. Lui si schernisce e nel mentre colgono l’occasione di sfruttare tutto quello che c’è in stazione, sedie, tavoli e perfino un passaggio a livello per saltarci sopra fare le loro acrobazie coinvolgendo una anche una ragazza del pubblico in uno sketch".
Quando è nato?
"Era pronto prima del Covid ma lo stiamo portando in scena da due anni, alternandolo talvolta ancora col primo, che continua ad esser molto richiesto. Abbiamo avuto la sorte e di avere molti spettatori di riguardo: ci siamo esibiti due volte davanti al Papa, ospiti del Principe Alberto e della Principessa Stéphanie di Monaco e della Famiglia Reale Inglese. Un esito che 8 anni fa non potevamo immaginare".
Quanto dura?
"In tutto 70 minuti di spettacolo acrobatico, comico, musicale, ricco di numeri mozzafiato tra piramidi umane, numeri col fuoco, salti mortali e molto altro ancora".
Alberto Greco