SILVIA SARACINO
Cronaca

Greg, nipote d’oro con lo sport nel sangue

PRANZO a casa Paltrinieri, televisione sintonizzata sulla Corea del Sud. Nonna Ebe, a Mirandola, impegnata a scolare la pasta per l’altro nipote che è venuto a trovarla, non vuole perdersi neanche un minuto della gara di Gregorio, in vasca per gli 800 metri stile libero ai campionati mondiali di nuoto di Gwangju. Una gara che dura un soffio, per essere precisi il miglior tempo di sempre a livello europeo: 7’, 39’’, 27. E così il 24enne carpigiano è riuscito anche in questa impresa, conquistare la medaglia d’oro negli 800 metri, disciplina che non è la sua specialità a differenza dei 1500 metri di cui è campione del mondo.

«Inseguivo gli 800 da quattro anni» ha detto contentissimo ai cronisti appena uscito dalla vasca: il conto in sospeso con gli 800 metri risale ai mondiali di Kazan, nel 2015, quando sfiorò l’oro ma portò a casa l’argento. Ieri la straordinaria impresa, sotto gli occhi di papà Luca e mamma Lorena che seguono il figlio in giro per il mondo. Nonna Ebe, 78 anni, i cugini e gli zii restano a casa, divisi tra Carpi e Mirandola da cui ha origine il padre di Greg, Luca, che è anche responsabile della piscina comunale di Carpi per conto della società Coopernuoto. Ebe non ha neanche provato a telefonare al figlio, ormai sa che in questi frangenti l’ansia dei genitori è alle stelle e le telefonate si possono rimandare. Lei ha il suo posto in prima fila davanti alla televisione e non glielo toglie nessuno. «Vedo sempre le gare di Gregorio, non ne perdo neanche una. Anche stavolta è stato proprio bravo». L’ultima volta in cui si sono visti risale a Pasqua, quando il campione è tornato a casa per alcuni giorni staccando dagli allenamenti al centro federale di nuoto a Ostia, dove si allena con Stefano Morini. «Quando viene a trovarmi gli cucino le lasagne, il suo piatto preferito... che poi a Ostia mangia sempre al ristorante, non è come mangiare a casa».

CUORE di nonna Ebe che si ricorda quando Greg era un bimbetto che aveva appena iniziato a camminare. «Fino ai tre anni, prima dell’asilo, stava qui con noi e gli altri nipoti, era un bambino bravissimo». E anche se adesso è alto un metro e novanta, ha partecipato a cinque Mondiali, ha vinto l’oro alle Olimpiadi di Rio de Janerio, la nonna si preoccupa come se fosse un bimbo. «Gli dico in bocca al lupo, ma lui sa quello che deve fare, è lui che decide». Accanto alla nonna anche la zia Paola, sorella del papà di Greg. «É anche il mio compleanno, Gregorio mi ha fatto un bellissimo regalo – dice – siamo tutti molto soddisfatti e orgogliosi. Stamattina (ieri, ndr) ho sentito Luca e la moglie, erano molto in ansia ma hanno sentito Greg tranquillo. É stata una gara straordinaria».

A 12 anni Gregorio Paltrinieri era già specializzato nello stile libero e nel 2011 ha iniziato a distinguersi a livello nazionale, arrivando 19° nei 1500 nel mondiale di Shanghai. In pochi anni la sua potenza è gradualmente esplosa, due anni dopo, a Barcellona, ha portato a casa la medaglia di bronzo e il primo oro è arrivato a Kazan, nel 2015, un’estate storica per il nuoto italiano. Negli ultimi anni l’ascesa non si è mai arrestata, coronata da quest’ultimo successo in Corea.