
L’esecutività della condanna sarà sospesa solo in parte, ovvero per il 50 per cento delle somme riconosciute in favore dei fratelli e dei nonni. La sospensione del 50 per cento non riguarda però quanto liquidato ai genitori che andrà pagato al cento per cento. È quanto stabilito dalla sezione civile della Corte d’appello sulla richiesta avanzata dalla Haemotronic Spa di sospensione degli effetti della sentenza di primo grado per quanto concerne la condanna del tribunale civile di Modena, che aveva quantificato in un milione e mezzo di euro il risarcimento a favore dei parenti dei due giovani operai morti nel crollo del capannone della Haemotronic di Medolla il 29 maggio del 2012, durante il sisma. Secondo i giudici quindi l’azienda dovrà provvedere ai risarcimenti in base a quanto stabilito, ovvero nell’ordine del 50 per cento in attesa dell’udienza fissata in ottobre. Infatti l’azienda biomedicale ha presentato appello. La richiesta di sospensiva da parte dell’azienda si basava su due aspetti : manifesta erroneità della sentenza di primo grado in quanto Haemotronic non avrebbe colpa per quanto accaduto e pericolo consistente nel fatto che se gli eredi incassassero il risarcimento ben difficilmente Haemotronic potrebbe recuperare quanto pagato, trattandosi di soggetti non abbienti. Ma l’appello, secondo i giudici, non sarebbe del tutto fondato: da qui la decisione di non sospendere: l’azienda deve pagare il cinquanta per cento oltre alle spese legali a nonni e fratelli, il cento per cento ai genitori. Per i parenti del 24enne Biagio Santucci i giudici avevano deciso per un risarcimento di circa un milione di euro per la madre, i fratelli ed altri familiari. Per la morte del 33enne Giordano Visconti era stato stabilito un risarcimento, per la madre e il fratello di mezzo milione di euro. Le mamme delle vittime sono assistite dall’avvocato Tullio Virgili e dall’Avvocato Patrizio Guarino di Napoli. Anna De Prisco, mamma di Giordano Visconti sottolinea di non essere ancora stata risarcita ma che nulla e nessuna somma potrà mai restituirle il figlio. "Chi avrebbe dovuto attenersi alla sentenza si è appellato ma la giustizia è dalla nostra parte – sottolinea – Almeno un giudice dopo dieci anni di lotte ha confermato che i nostri figli non dovevano essere all’interno dell’azienda e questa per me è la soddisfazione più grande: avevo ragione quando li accusavoa. Anna Canavaccuiolo, madre di Santucci spiega di sentirsi emozionata a fronte di questo primo ‘traguardo’. "Non ho più Biagio ma sono contenta perché è stata fatta giustizia. La sentivo a pelle perché era questione di etica morale".
Valentina Reggiani