
Antonella Baldini
Antonella Baldini nell’anno del terremoto era sindaca di Camposanto. Baldini, cosa ricorda di quella prima scossa?
"Ho ancora nella memoria quel terribile frastuono che mi svegliò la notte del 20 maggio di 13 anni fa. Pochi secondi per potermi rendere conto di cosa era successo e affidare i miei figli ai vicini di casa per poi prendere l’auto e andare in centro. Incontravo gente a piedi fuori dalle abitazioni e lungo la strada, e con il finestrino abbassato chiedevo come stavano cercando di tranquillizzarli, ma riconoscevo nei lori occhi la stessa paura che provavo io. Attivammo immediatamente il Coc e alle prime luci dell’alba abbiamo avuto la consapevolezza che i danni c’erano stati, ma non gravi e nessuno si era fatto veramente male".
Dopo qualche giorno, altre 3 violente scosse. Quale è stata la reazione?
"Nei giorni successivi alla prima scossa, lavoravamo sulla constatazione dei danni alle abitazioni, alle imprese e agli immobili pubblici. Ricordo che dopo i sopralluoghi alle scuole fui invitata ufficialmente dal Prefetto di allora a riaprirle. Non lo feci e chiamai la cittadinanza ad un incontro davanti al Municipio per comunicare la mia decisione. Anche io avevo allora due bambini piccoli che frequentavano le scuole. L’arrivo della seconda scossa violenta del 29 e quelle successive, ci fecero ripiombare nella paura e nello sconforto".
Oggi le varie comunità si sono riprese. Cosa ha contribuito maggiormente alla rapida ripresa?
"E’ vero, oggi le nostre comunità si sono riprese, ma è stata una ricostruzione lunga e minuziosa che ha richiesto tempo e tanto lavoro nella quale ci sono stati vicini la Regione con l’allora presidente Vasco Errani come commissario alla ricostruzione, la Provincia di Modena, la Protezione Civile, i Vigili del Fuoco e tutte le Forze dell’Ordine che hanno lavorato sui territori. Un grazie, sempre, per la solidarietà e le donazioni che sono state fatte a favore dei nostri territori. Non dimenticheremo mai il bene che abbiamo ricevuto. La rapida ripresa c’è stata grazie a tutte le persone e a tutti i cittadini che con grande impegno e dedizione hanno fatto sì che i nostri territori venissero ricostruiti in sicurezza e più belli di prima".
Cosa resta da fare per cancellare le ferite ancora presenti?
"Le ferite si nascondono, non si cancellano…sono lì pronte a riaffiorare appena sentiamo qualche strano rumore, oppure quando ci aggiriamo nei centri storici più importanti dell’Area Nord e vediamo ancora le impalcature e le reti che avvolgono gli immobili pubblici. Credo non sia possibile dimenticare".
Come è cambiata l’Area Nord dopo quella esperienza?
"Ho vissuto quei momenti insieme ai colleghi sindaci dell’Area Nord. Abbiamo ricostruito tanto e molti territori sono esteticamente cambiati in meglio. Ho toccato con mano la coesione sociale e la resilienza che è scaturita da questa esperienza, elementi che più volte avrei voluto rivedere anche negli anni successivi".