"I Carmina Burana illuminano il Medioevo"

Il coro Gazzotti diretto da Manicardi alle 17 al teatro Comunale Pavarotti Freni concluderà la stagione ’MusicaCantoParola’

"I Carmina Burana illuminano il Medioevo"
"I Carmina Burana illuminano il Medioevo"

Chi ascolta i ’Carmina Burana’ senza conoscere la loro storia, quasi certamente può pensare che siano musiche risalenti a un passato remoto, dissolto nelle nebbie dei secoli. E invece i ’Carmina’ non hanno neppure novant’anni: Carl Orff, nato nel 1895 a Monaco di Baviera, li compose attorno al 1935, attingendo – questo sì – a una raccolta di testi poetici dell’XI e XII secolo, ritrovati in un codice dell’abbazia benedettina di Bad Tölz. L’atmosfera potente e misteriosa della partitura di Carl Orff ha reso i "Carmina Burana" (e particolarmente il suo prologo "O Fortuna") la colonna sonora prediletta di film fantasy, spot pubblicitari o serie noir: musiche classiche divenute anche irresistibilmente ‘pop’.

Eseguire i "Carmina Burana" è cimento impegnativo. Lo affronta con cura e passione il coro Luigi Gazzotti che oggi alle 17 al teatro Comunale Pavarotti Freni concluderà la stagione "MusicaCantoParola" della Gioventù Musicale: diretto da Giulia Manicardi, il coro Gazzotti (che festeggia i suoi cento anni) sarà ‘rafforzato’ dal coro di voci bianche del Comunale, preparato da Paolo Gattolin, e dalle voci del soprano Scila Cristiano, del controtenore Antonio Giovannini e del basso Nicolò Ayroldi. Il capolavoro di Orff verrà proposto nella versione per coro, soli, due pianoforti e percussioni, con i pianisti Olaf John Laneri e Francesco Frudua, e l’Ensemble di percussioni di Mantova con Athos Bovi. Il concerto verrà introdotto da Stefano Jacoviello, docente all’università di Siena: "Orff ha partecipato al movimento culturale europeo della prima metà del Novecento che aveva come obiettivo il recupero del passato della civiltà occidentale", spiega. Alcuni musicisti guardarono al Rinascimento, altri (soprattutto all’alba del ‘900) vennero "stregati dall’indagine sul Medioevo,epoca affascinante e oscura in cui sarebbe avvenuta la frattura fra classicità e modernità. Un Medioevo non necessariamente buio, anzi spesso vivacissimo, colorato e luminosissimo. È un tempo in cui le lingue e le tradizioni di diverse popolazioni si mescolano e la sfera del sacro sembra confondersi con il profano".

Stefano Marchetti