I turisti alla Casa Museo: "Un’emozione enorme, il tenorissimo è unico"

C’è chi arriva anche dall’estero per visitare l’ultima residenza del maestro . Ma anche i modenesi sono risentiti: "Stiamo perdendo la nostra identità".

I turisti alla Casa Museo: "Un’emozione enorme,  il tenorissimo è unico"

C’è chi arriva anche dall’estero per visitare l’ultima residenza del maestro . Ma anche i modenesi sono risentiti: "Stiamo perdendo la nostra identità".

Mentre in città infuria ancora la polemica sulla mancata commemorazione di Luciano Pavarotti in occasione del diciassettesimo anno dalla scomparsa del maestro, turisti da ogni parte d’Italia e del mondo continuano ad arrivare alla Casa Museo per ricordare il tenore modenese. C’è chi, pur venendo dall’Italia, ha percorso centinaia di chilometri per una meta che ritiene imperdibile.

"Siamo venuti da Larino – spiega Marco Ranellucci, ingegnere – in provincia di Campobasso. È stata mia moglie a chiedere di visitare la Casa Museo Pavarotti perché è una grande appassionata di musica lirica; anche io seguo il Maestro da quando cantava con José Carreras e Placido Domingo. Siamo arrivati a Modena mercoledì e finora ci siamo trovati molto bene: questa tappa è la ciliegina sulla torta".

C’è anche chi è arrivato al Museo di stradello Nava con l’intento di conoscere meglio la vita di Pavarotti. "Io e mia moglie – aggiunge Mario Mola – veniamo da Chieti, eravamo di passaggio a Modena e, spinti dalla curiosità, abbiamo deciso di visitare la Casa Museo. Scopriamo proprio ora che oggi è l’anniversario della scomparsa del Maestro". Per alcuni turisti stranieri, invece, la visita alla Casa Museo era una delle priorità assolute in base alle quali è stato programmato l’intero viaggio in Italia.

"Vengo da Uden, vicino ad Eindhoven – Gert de Goede – nei Paesi Bassi. È la prima volta che vengo a Modena, dove mi fermerò un paio di giorni: questo museo è la meta principale del mio viaggio. Sono un grande appassionato di opera e musica lirica e ho sempre seguito Pavarotti con grande entusiasmo. Essere qui oggi è un’emozione unica e mi ha permesso di conoscere Modena, una città bellissima".

Nonostante la distanza, c’è anche chi si lascia andare a qualche commento sulla vicenda della commemorazione

"Io e mio marito – conclude Susan Tyson – siamo arrivati in macchina da Halifax, nello Yorkshire, in Inghilterra. Mi è capitato di passare a Modena varie volte prima di oggi, sono sempre stata una estimatrice assoluta di Pavarotti e da tanto tempo desideravo visitare la Casa Museo, ma non ne avevo mai avuto occasione: è un’emozione straordinaria. Siamo arrivati a Modena ieri sera dal Lago Maggiore e resteremo un paio di giorni. Non mi sorprende che in città ci sia un po’ di malumore per la mancata commemorazione di oggi: Pavarotti è un nome troppo importante, una voce unica, deve essere ricordato sempre".

Anche se la città resta divisa sulla questione della mancata commemorazione ufficiale, l’affetto del pubblico per il Maestro resta immutato e vivo, a testimonianza di un’eredità artistica che trascende i confini e il tempo .

Anche i modenesi non hanno mandato giù questa discutibile decisione del Comune di Modena. "Sono sbigottito – scrive Piergiogio Filippini – Abbiamo perso la nostra identità, non riconosciamo quanto di buono c’è nel contesto in cui viviamo, ritenendolo un’eredità scomoda. La prova ne è data anche dal modo con cui viene tenuto il Teatro Comunale intitolato all’impareggiabile tenore e alla pressoché totale assenza di eventi di musica classica portati nelle piazze".

Jacopo Gozzi