
Paolo Lamberti (presidente Acimac)
L’incertezza relativa ai dazi statunitensi sta già colpendo il Distretto Ceramico. A lanciare l’allarme è Acimac, l’associazione nazionale di categoria che riunisce, rappresenta e assiste i costruttori italiani di impianti, macchine, attrezzature, semilavorati, materie prime e servizi per la produzione di ceramica, stoviglierie, laterizi e refrattari.
Secondo l’associazione, ciò che attualmente sta arrecando maggiori danni alle aziende è la mancanza di chiarezza sui codici doganali in un mercato quasi interamente proiettato all’estero.
"Il 75% delle nostre vendite – dichiara Paolo Lamberti, presidente di Acimac – avviene fuori dall’Italia. Oggi, però, ci troviamo in una situazione caotica: non si capisce, ad esempio, come possano conciliarsi i precedenti dazi del 25% su alluminio e acciaio con i nuovi dazi del 20% sui macchinari".
Come denuncia il presidente, questa incertezza ha conseguenze molto concrete. "Nei giorni scorsi – aggiunge Lamberti – una trattativa da 800mila euro è saltata perché il cliente americano non ha accettato di pagarne 960mila. La situazione è bloccata e gli investimenti si sono fermati in modo drammatico. Anche se gli Stati Uniti rappresentano solo il 4-5% del nostro export diretto, in un mercato globale l’impatto è ben più ampio: molte aziende, infatti, producono macchinari destinati a clienti che esportano negli USA, e anche in questi casi il rallentamento è già evidente".
Secondo Lamberti, ci troviamo di fronte a un contesto senza precedenti. "Il 2 aprile – prosegue il presidente – il nostro modo di relazionarci con i mercati è cambiato radicalmente. Non avevo mai visto un cambiamento così improvviso neanche durante il Covid. Stiamo passando da un’economia globale a una sempre più locale: in un contesto in cui alcuni mercati, come Iran, Russia o Turchia, sono già chiusi da tempo, e dove la presenza asiatica è ormai dominante, i rischi per le nostre imprese sono molto concreti".
L’invito è quello di mantenere la calma e pianificare con lucidità i prossimi scenari. "Oggi – conclude Lamberti – occorre prudenza. In primo luogo, abbiamo avviato un tavolo con le istituzioni e con il ministro Urso per avere chiarezza, capire se alcune situazioni verranno rinegoziate e pensare alle sfide future, una su tutte, l’innovazione. In un contesto così incerto servono incentivi semplici ed efficaci per innovare".
Jacopo Gozzi