EMANUELA ZANASI
Cronaca

’La dignità del fine vita’, esperti a confronto

Fine vita, un momento che ha diritto alla stessa dignità di ogni altra fase dell’esistenza. Un tema complesso e delicato...

Fine vita, un momento che ha diritto alla stessa dignità di ogni altra fase dell’esistenza. Un tema complesso e delicato...

Fine vita, un momento che ha diritto alla stessa dignità di ogni altra fase dell’esistenza. Un tema complesso e delicato...

Fine vita, un momento che ha diritto alla stessa dignità di ogni altra fase dell’esistenza. Un tema complesso e delicato che l’azienda ospedaliero universitaria di Modena ha deciso di affrontare con un convegno aperto a professionisti della sanità e anche al pubblico. Convegno che si terrà il 16 gennaio presso l’aula Magna di Unimore in via del Pozzo, dalle 9 alle 16,40.

"La dignità inizia nel riconoscere che esiste una fine della vita ed essere capaci di condividerlo tra di noi professionisti. Sappiamo che esistono ostacoli culturali che portano a deviazioni e forzature anche nelle pratiche cliniche – ha detto il dottor Paolo Vacondio, responsabile della rete di cure palliative dell’Ausl – curare le persone come se guarissero quando ci sono evidenze molto forti che non guariranno e non vivranno a lungo toglie dignità alla fine della vita. La proposta delle cure palliative in questa provincia è stata accolta nel 2024 da quasi tremila persone, di cui quasi 2300 a domicilio – ha proseguito Vacondio –, circa 500 in hospice e il restante fra ambulatorio e ospedale".

L’iniziativa del convegno che si prefigge dei diventare un documento e il primo di una serie di incontri dedicati al tema è tutta al femminile; la dottoressa Rita Conigliaro, direttrice della Gastroenterologia endoscopica digestiva, la professoressa Cristina Mussini direttrice delle Malattie Infettive e la dottoressa Lesley De Pietri, direttrice di Anestesia e rianimazione dell’ospedale di Baggiovara, "tutti i giorni incontriamo situazioni angosciose che costringono noi come i parenti a prendere decisioni dolorose al posto dei pazienti – ha detto la dottoressa Conigliaro – la prima reazione è quella di insistere, provarci, non arrendersi, talvolta accanirsi, spesso non permettendo al malato di mantenere una sua dignità. Abbiamo sentito il bisogno di iniziare un percorso pr migliorare la consapevolezza di tutti per il bene del malato".

Emanuela Zanasi