PAOLO TOMASSONE
Cronaca

L’asilo nido Stella: "Vent’anni fa la scelta fu una rivoluzione"

L’architetto Michele Zini: "E’ un laboratorio dove ogni angolo è un’occasione di apprendimento"

L'asilo Stella

L'asilo Stella

Modena, 14 giugno 2025 – Vent’anni fa, quando ancora nessuno sapeva cosa fosse il welfare aziendale e l’idea di un nido in azienda sembrava fantascienza, Tetra Pak ha fatto una scommessa che oggi tutti definirebbero visionaria. Era il febbraio 2005 quando in via Uccelliera 19 apriva il Nido Stella, una struttura a forma di stella che avrebbe cambiato per sempre il modo di pensare il rapporto tra lavoro e famiglia nella nostra città. "Per noi genitori avere un luogo dove affidare i nostri figli così vicino al posto di lavoro è un’opportunità più unica che rara", racconta Pietro Tarantino, dipendente Tetra Pak e papà di Gaia che frequenta il nido da due anni. "La mattina portiamo i nostri figli volentieri, sapendo che nelle otto ore in cui siamo al lavoro si divertono in un ambiente stimolante e sicuro". Il progetto era così pionieristico che per realizzarlo hanno dovuto guardare oltre confine. La struttura in legno, completamente prefabbricata, è stata disegnata su misura dagli architetti di ZPZ Partners e costruita a Ljubljana, in Slovenia, dove l’esperienza con il legno era più avanzata. "Vent’anni fa questa tecnologia era ancora sperimentale - spiega l’architetto Michele Zini -. La struttura è arrivata a Modena caricata su camion e poi assemblata qui pezzo per pezzo, tutta avvitata senza utilizzo di colle o malte". Ma la vera rivoluzione non è solo architettonica. Il Nido Stella è un laboratorio educativo dove ogni angolo diventa occasione di apprendimento. I bambini delle sezioni Luna (9-18 mesi) e Sole (19-36 mesi) crescono in un ambiente pensato per stimolare tutti i sensi: "I bambini toccano la luce, vedono la temperatura - continua Zini - si meritano un ambiente ricco sensorialmente". Negli atelier dedicati a luce, suono ed elementi naturali, i 53 piccoli ospiti sperimentano linguaggi espressivi diversi, supportati da otto educatrici, una atelierista e una pedagogista. Anche la cucina diventa pedagogia: è a vista, i bambini vedono preparare quello che mangiano e nel giardino di 3600 metri quadrati scoprono i prodotti della terra. La particolarità di Stella è essere a poche centinaia di metri dall’azienda ma dentro la città, aperto al territorio grazie alla convenzione con il Comune che riserva 14 posti alle famiglie modenesi. "Qui si dà una risposta concreta al diritto di tutti i bambini ad avere accesso a un percorso educativo - sottolinea l’assessora alle Politiche educative Federica Venturelli, presente alla cerimonia per i vent’anni -. Un contrasto concreto alle disuguaglianze sociali". Oggi quello che sembrava un esperimento azzardato è diventato un modello: il primo tassello di una rivoluzione silenziosa che ha cambiato il modo di fare impresa.

Paolo Tomassone