
Un condominio (foto di repertorio - Donzelli)
Modena, 27 marzo 2018 - Una guerra quotidiana senza - o quasi - esclusione di colpi. A scatenarla possono essere i pianti disperati di un bambino, l’abbaiare insistente del cane, il camminare veloce con le scarpe coi tacchi, gli odori del cibo preparato sui fornelli, la pulizia delle scale, il parcheggio rubato nel cortile. Ma a volte è sufficiente un insignificate, stupido pretesto per scatenare antipatie covate a lungo nel silenzio. Il tema è quello delle (furibonde) liti tra condomini. Sempre più diffuse, sempre più spietate.
«Siamo dinnanzi a una vera e propria escalation», denuncia Andrea Pozzi, 41 anni, amministratore di una cinquantina di condomini sul territorio. Il suo telefono è bollente per le continue telefonate che riceve. «Il giorno peggiore è il lunedì – afferma sorridendo –: nel primo giorno della settimana ogni motivo è infatti buono per lamentarsi di ciò che ha fatto il vicino nel weekend. Magari ci sono anche ragioni valide, ma tante sono davvero solo stupidate che si potrebbero risolvere con un po’ di buonsenso. Io cerco di mediare tra le parti, di mettere d’accordo e fare il buon padre di famiglia. L’obiettivo è trovare un compromesso. La causa legale deve essere l’ultima scelta. Fortunatamente il più delle volte è sufficiente una chiacchierata per risolvere gli attriti. Ma c’è anche chi non vuol sentire ragioni e va dritto dagli avvocati». Gli scontri più brutali? Si verificano durante le ‘mitiche’ assemblee condominiali, «dove ognuno tira fuori il proprio malcontento. Ed è davvero dura saltarci fuori...».
Una cosa è comunque certa. «I cittadini sono molto più insofferenti rispetto a qualche anno fa – rimarca Pozzi –. Basta una piccola scintilla a scatenare l’inferno per un nonnulla». «Mancano sempre più comprensione e tolleranza», l’amara riflessione.
Pozzi rivela poi il caso più curioso che gli è capitato di fronteggiare negli ultimi anni. E cioè, il litigio tra una coppia adulta e una giovane single. La ragione? La biancheria sexy che «quest’ultima esponeva ad asciugare sul balcone. Pizzi e trasparenze di mutandine e reggiseni hanno letteralmente scatenato la gelosia della cinquantenne vicina di casa, sposata. Temeva che la visione di quell’abbigliamento intimo potesse turbare il suo uomo, che potesse perdere la testa per la ragazza. Sono allora intervenuto parlando con entrambe le parti. E alla fine la giovane ha accettato, per evitare furibonde polemiche, di non esporre più la biancheria».
Ma le ragioni per litigare possono essere infinite, o quasi. «Si va dalla corsa per il parcheggio allo strumento suonato in casa – entra nel dettaglio –, dal bimbo piccolo che corre al piano di sopra al cibo preparato in cucina. E, con l’arrivo di tanti stranieri, questa è una delle questioni più discusse. Arrivano sempre più lamentele per la presenza lungo le scale di aromi di piatti speziati. Magari chi si lamenta ha appena fritto baccalà o gnocco, ma ha il naso rivolto solo verso i fornelli del vicino...».
L’amministratore di condominio osserva che proprio la convivenza tra culture diverse «è sempre più un problema. I condomini sono le prime comunità, ma ben difficilmente si arriva a una integrazione. Le questioni vengono ampliate ed esagerate. Le differenze diventano spesso muri insormontabili».
«Ma anche tra gli italiani serpeggia sempre più nervosismo – sottolinea –, è quasi venuta a mancare la capacità di ascolto e comprensione. Se i condomini sono lo specchio - in piccolo - della nostra società, la situazione è diventata davvero preoccupante».