MARIA SILVIA CABRI
Cronaca

Manera e la modernità: "Le nostre vite in un corto circuito"

Sabato alle 21 l’attesissimo spettacolo del comico al teatro Michelangelo "Per salvarsi occorrono senso della comunità e un rapporto reale con se stessi".

Leonardo Manera, sarà sabato al teatro Michelangelo

Leonardo Manera, sarà sabato al teatro Michelangelo

"La vita dell’uomo moderno occidentale sembra ostaggio di continue spinte contrapposte". Così il comico Leonardo Manera introduce il suo ultimo spettacolo, ‘Corto circuito - L’inquieto vivere dell’uomo moderno’, che porta in scena sabato alle 21 al Teatro Michelangelo di Modena. Tra monologhi e personaggi contemporanei, Manera prova attraverso la comicità a fare chiarezza, confrontandosi con la voce di un dio laico della modernità che lo induce continuamente in tentazione, tra etica ed estetica.

Viviamo in un mondo dominato dal ‘caos degli opposti’?

"È evidente la difficoltà di orientarsi in una società che è in continuo cambiamento, in un’esistenza che presenta molte differenze rispetto al passato. Ognuno di noi deve cercare di capire come orientarsi in questo periodo di grandi mutamenti".

A cosa sono dovuti questi cambiamenti?

"Innanzitutto, alla tecnologia: oggi le persone si conoscono prima attraverso i social e chattando e poi dal vivo. C’è un ribaltamento delle regole: ti racconti tutto per messaggio, poi magari incontri quella persona, le vuoi a dare un bacio e questa ti dice ‘no non ci conosciamo abbastanza’. A questo si aggiunge il mutato modo di pensare nella società, il tutto accompagnato da una certa ipocrisia di fondo".

Perché ‘corto circuito’?

"L’essere ostaggi di continue spinte contrapposte provoca ansia, e disorienta: come comportarsi? Ad esempio, se da un lato si esalta il mangiare sano, dall’altro siamo circondati da gratificante cibo spazzatura che aspetta solo di essere ingurgitato voracemente; oppure, si elogia continuamente la filosofia del body positivity e dell’accettazione del proprio corpo, mentre intanto l’intelligenza artificiale crea immagini di influencer dalle curve perfette e sui giornali di gossip si esalta la perfezione delle show girl, subito in forma dopo il parto. Quindi qual è la cosa giusta: accettarsi nel proprio corpo o sentirsi bravissima perché una settimana dopo il parto si è in forma smagliante? Questo crea un corto circuito".

E come ‘salvarsi’?

"Viviamo in un periodo storico in cui siamo sempre più soli, anche a causa del dei social. Occorre ritrovare il senso di comunità e al tempo stesso un rapporto reale con se stessi. In questa prospettiva anche il teatro può svolgere un ruolo importante, non solo per lo spettacolo in sé, ma per il ‘prima’ e il ‘dopo’: uscire in compagnia, prendere un aperitivo, stare con gli amici, commentare quello che si è visto, insomma fare comunità dal vivo".

Come nascono i suoi personaggi?

"Mi guardo intorno, osservo le persone, ascolto le notizie, i commenti al bar, poi prendo spunti quando lavoro alla radio (Radio 24, ndr). Ad esempio, per Peter, il ragazzo ingenuo della provincia bresciana, ho pensato ad un mio compagno di scuola; nella parodia del cinema polacco, ci siamo ispirate ai film del regista Aki Kaurismaki; per il venditore di case che fa leva sui sentimenti, ho fatto riferimento ad un’esperienza personale che mi è capitata".

E le battute?

"Spesso sotto la doccia, e, ammetto, mi faccio molte docce. Ma se mi serve un’idea più strutturata e generale, mi basta camminare un po’".