Incubo matrimonio combinato a Modena, il racconto choc della ragazza

La 19enne in un luogo protetto, il pm indaga i parenti. La vittima: “segregata, genitori, zia e nonna mi picchiavano a turno e mio padre ha minacciato di tagliarmi la gola”. La preside: “In questo caso la scuola è riuscita a fare rete”

Modena, 28 aprile 2023 – “Quando hanno scoperto che mi ero innamorata mi hanno detto che non potevo avvicinarmi a lui, poiché ero stata promessa in sposa in India. Mio padre mi ha detto che sarei dovuta partire a giugno, una volta conseguito il titolo di studio. Quando ho provato a ribellarmi mi hanno picchiata tutti, anche la zia e la nonna e a turno mi seguivano quando andavo a scuola e tornavo a casa. Mi hanno chiuso in camera, costretto al digiuno e fatto bere latte cattivo, che mi ha fatto addormentare e svegliare con il male alla testa".

E’ questo l’agghiacciante racconto fatto agli inquirenti dalla studentessa 19enne di origini indiane, residente nella nostra provincia e posta in protezione dalla questura di Bologna dopo che la giovane ha denunciato di essere stata sottoposta a maltrattamenti e costrizione al matrimonio da parte della famiglia.

La ragazza ieri, dopo essere stata ospitata dalla preside dell’istituto scolastico che frequenta, nel bolognese, è stata posta sotto protezione e trasferita in una struttura protetta, lontana dalla famiglia. A permettere che la studentessa fosse posta in protezione una grande rete di umanità composta dal suo legale, dal personale scolastico e da una associazione. “Sto bene e mi sento protetta”, ha in seguito lasciato detto la ragazza al suo avvocato.

La preside: “La rete-scuola ha funzionato”

“Se il caso è stato affrontato in questo modo è anche per la capacità di tutta la scuola di fare rete. Io ho dato la disponibilità di questa accoglienza, non c'era altro di più opportuno da fare in quel momento”. Queste le parole della preside dell'istituto del Bolognese che frequentava la ragazza indiana, ora trasferita in un luogo sicuro. La preside, prima che la giovane fosse raggiunta dagli agenti specializzati della Questura di Bologna, guidata dal questore Isabella Fusiello, aveva accolto in casa la 19enne. “Se tutto questo è stato possibile - ha proseguito la preside - è perché c'è una rete nella scuola che ha fatto sì che le cose potessero andare avanti e che ci fosse la giusta dedizione a tutti gli altri ragazzi. La ragazza si è fidata della scuola non solo per merito mio, ma perché c'è questa rete”.

La preside da ieri non è più in contatto con la giovane, ma è interessata a capire se e come farle proseguire gli studi. Determinante, nella decisione di accogliere in casa la minore, anche il parere dei familiari della preside. "Quando gliel'ho chiesto hanno detto sì - ha concluso - Io la conosco e ce l'ho nel cuore, ma mi sono sentita sostenuta e penso che forse il vero merito è chi questo sì lo ha detto da fuori. Sto vivendo un turbine di emozioni così grandi”. 

Il fascicolo della Procura

Ora la procura di Modena (per competenza) ha aperto un fascicolo che vede già l’iscrizione di alcuni indagati, sicuramente i genitori della giovane ma anche altri parenti. Infatti la ragazza ha spiegato come anche la zia e la nonna materne la maltrattassero. "Hanno impacchettato i miei vestiti e mio padre ha fatto il segno di tagliarmi la gola", ha raccontato sotto choc la giovane.

Un caso che in tutta la sua inquietante brutalità ricorda da vicino quello di Saman, la giovane strangolata e uccisa dai familiari, e ora il legale della ragazza – l’avvocato Barbara Iannuccelli – auspica che nei confronti dei familiari della vittima vengano adottate subito misure cautelari. "I genitori della ragazza al momento non si sono ‘fatti vivi’ – ha spiegato il legale – ma temo per l’incolumità della mia assistita".

La denuncia

A presentare denuncia in un commissariato del bolognese, lo scorso 13 aprile, è stata la stessa dirigente scolastica che ha segnalato la pericolosità della situazione in cui la studentessa viveva da tempo. La 19enne, infatti, aveva rivelato alla sua tutor come i genitori l’avessero privata del telefonino e come il padre l’avesse picchiata e segregata in casa dopo aver scoperto che la figlia si era innamorata di un connazionale, un 23enne di Reggio Emilia.

"Non puoi avvicinarti a lui – le avrebbe detto il padre padrone – sei già promessa sposa e tornerai in India appena terminati gli studi per unirti in matrimonio". "Il papà si è messo seduto davanti a me e mi ha preso a calci – ha detto la giovane sotto choc – Sono stata isolata, costretta al digiuno per due giorni e mi è stato somministrato latte dal sapore cattivo, a seguito del quale mi sono addormentata e al risveglio avevo un gran mal di testa".

La vittima ha spiegato poi di aver visto i suoi vestiti impacchettati e il padre intento a farle il segno di tagliarle la gola. La 19enne, pur capendo la necessità di denunciare, aveva chiesto di poter prima confrontarsi con il fidanzato, disposto ad ospitarla, ma gli operatori scolastici non hanno atteso neppure un secondo, temendo che la 19enne potesse subire qualcosa di ancor più grave e irreparabile. Temendo che potesse esserci un’altra Saman. Mercoledì, alla fine, la studentessa ha formalizzato la denuncia al commissariato, supportata dal legale e dall’associazione, raccontando giorni di violenze, privazioni e minacce tra le mura domestiche. Ora è stata posta in sicurezza: lo stesso questore di Bologna è intervenuto per garantirle subito la giusta protezione. Le indagini sono ora coordinate dalla procura di Modena, che sul caso ha aperto un fascicolo.