No al matrimonio combinato a Modena, la ospita la preside. “Un nuovo caso Saman e nessuno l’ha aiutata”

La 19enne ha denunciato le violenze dei parenti per la sua ribellione alle nozze. L’avvocato. “Le hanno proposto un bed and breakfast e nessuna protezione. E la dirigente scolastica le ha aperto casa sua”

Modena, 26 aprile 2023 – Cinque ore in commissariato dopo aver denunciato la violenza subita dai suoi familiari per aver detto no a quel matrimonio combinato. Una storia già tragicamente sentita, quella raccontata oggi dal legale di un’altra giovanissima ragazza. La stessa terribile storia che nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio di due anni fa, aveva portato all’omicidio di Saman. 

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“Eppure nonostante il coraggio di questa ragazza di origini indiane residente nell’Appennino modenese – ha spiegato l’avvocato Barbara Iannuccelli che la difende -, nessuno ha trovato un luogo per farle passare la notte lontana dai pericoli di quella famiglia violenta”.

Solo la preside della scuola frequentata dalla 19enne deciso di aprire le porte di casa per darle protezione e ospitalità. "Questa notte dormirà da lei”, ha spiegato all’Ansa l’avvocato.

“Un'altra Saman che si cerca di salvare, ma la burocrazia non riesce a farsene carico”, si sfoga l'avvocato, facendo un parallelo con la tragica vicenda di Novellara (Reggio Emilia). La giovane indiana starebbe vivendo un incubo simile e ha chiesto aiuto.

"Ieri - ha raccontato l'avvocato all’Ansa - ho ricevuto una richiesta da parte di questa ragazza. Era andata a scuola, ma una volta arrivata a casa i familiari le hanno sequestrato il cellulare. È riuscita a comunicare con me grazie ai social, mi ha chiesto di vederci questa mattina. Padre, madre, zio e nonna la picchiano, la tengono segregata e le hanno preso i documenti perché rifiuta un matrimonio forzato, si è innamorata di un altro ragazzo”.

Oggi il legale non ci ha pensato due volte e l'ha accompagnata a sporgere denuncia in un commissariato del Bolognese, ma “non c'era nessuna possibilità di collocamento in protezione, se non metterla da sola in un bed and breakfast e, se volevo, avrei potuto dormire io con lei”.

E così dopo cinque ore "è stata affidata alla preside, una privata cittadina che si prende cura di lei, mettendo a repentaglio la sua incolumità perché la famiglia la sta cercando. Io mi sarei aspettata che lo Stato rispondesse: è un codice rosso, sono reati gravissimi. Invece dopo cinque ore di pianti, cinque ore di paura perché nel frattempo i familiari la vogliono riportare all'inferno, ci si schianta contro la realtà. Gli strumenti ci sono ma non vengono applicati”.

Questa notte la giovane dormirà in una casa di campagna, dove la preside ha dato la disponibilità ad accoglierla, dopo essersi confrontata con i propri familiari. Proprio nella scuola la giovane avrebbe trovato persone attente alla sua delicata situazione, a cui appoggiarsi, trovando infine il coraggio di denunciare.