
Le nuove norme di limitazione agli spostamenti nell’ambito della propria regione ripropongono le polemiche per le discriminazioni delle genti che vivono sul confine tra Emilia e Toscana. Esemplificativi due casi contrapposti di Pievepelago. Martina Carrara chiede spiegazioni a chi di dovere: "Perché io da Pieve posso andare a Rimini che è in Emilia Romagna e farmi 200 km per vedere mia cugina e non 40 km per andare dai miei familiari stretti (con tutte le precauzioni del caso) perché loro sono in Toscana? Possibile che non si valutino spostamenti a chilometraggio ma solo a regione? In questo periodo sarebbe di conforto a tutti poter rivedere i propri familiari più cari e sentirsi meno soli". Problema inverso per Elena Camedda, originaria di Pievepelago dove ha i genitori, ma che ora vive in Toscana: "Se mi sposto da regione a regione mi facciano il tampone ma mi lascino varcare il confine tra Toscana ed Emilia per poter vedere i miei genitori dopo due mesi; finché li abbiamo dobbiamo poterli visitare, specie se non sono in buona salute". Il nuovo provvedimento governativo stabilisce infatti che "gli spostamenti saranno possibili dal 4 maggio all’interno di una stessa Regione per motivi di lavoro, di salute, necessità o visita ai parenti; gli spostamenti fuori Regione saranno invece consentiti per motivi di lavoro, di salute, di urgenza". Si riprorrà la situazione paradossale d’inizio pandemia a san Pellegrino in Alpe che è nel versante toscano ma amministrata dal modenese Frasisnoro: qui le multe potrebbero fioccare anche solo per un caffè, alla ripaertura. Il bar ‘Pacetto’ è attraversato proprio a metà dal confine tra Emilia e Toscana, divenuto noto perché è l’unico luogo in Italia dove si può bere il caffè in una regione (Toscana, provincia di Lucca) e pagarlo in un’altra (Emilia-Romagna, provincia di Modena). Proprio su questa località, l’associazione ‘La via dei monti’ propone ora una visita virtuale che fa parte del ciclo di storie ‘Le escursioni ai tempi del coronavirus’, con aneddoti, racconti e nozioni naturalistiche online. "Leggerle – dicono dall’associazione - sarà come partecipare ad una camminata virtuale con le nostre guide, pur restando a casa, in attesa di ritrovarci presto per sentieri". E su san Pellegrino i diretti interessati testimoniano: "Quella di Lunardi è la famiglia più antica della borgata, che vanta una tradizione di osti che fin dal 1221 gestisce l’osteria di San Pellegrino: oggi l’albergo ristorante Appennino ‘da Pacetto’; un tempo l’osteria del Duca di Modena. Paolo ha seguito le orme dei genitori. Il padre, Pacifico Marchi Lunardi detto Pacetto, ultraottantenne si destreggia ancora tra l’osteria e il bar di fronte. "Amo il mio paese –racconta-. E quando manca il custode sono anche il guardiano della chiesa".
g. p.