Incubo nozze forzate a Modena, la ragazza dal suo nascondiglio: “Sto bene, mi sento protetta”

La 19enne scappata dalla famiglia violenta

Incubo nozze forzate

Incubo nozze forzate

Modena, 29 aprile 2023 – "Ora sto bene, mi sento protetta". E’ fuori pericolo, lontana da quella famiglia che per giorni l’ha picchiata, umiliata, costretta al digiuno e minacciata di morte la 19enne indiana, residente nella nostra provincia che ha denunciato la famiglia per maltrattamenti e costrizione al matrimonio. Il fascicolo, ora, è sul tavolo della procura di Modena e vede l’iscrizione di alcuni indagati, probabilmente il nucleo familiare della studentessa. La giovane – ancora sotto choc per la vicenda – ha affidato le proprie parole all’avvocato che l’assiste, Barbara Iannuccelli. "Ho sentito la ragazza e sta bene, anche se ha cambiato voce – ha detto la legale – la protezione porta inevitabilmente a un cambiamento di vita e realtà, e la sua realtà purtroppo era violenta. Si cambia vita, ma siamo speranzosi che tutto torni alla normalità".

La giovane è stata trasferita in una struttura protetta dopo che la scuola – ovvero la preside di un istituto bolognese – ha denunciato la pericolosa situazione. Infatti la ragazza aveva rivelato ad una docente, a fine marzo, di essere stata picchiata da tutta la famiglia, costretta a digiunare per due giorni e a bere latte cattivo, che l’aveva fatta addormentare. Il padre, poi, dopo averle calciato la pancia le aveva fatto cenno di tagliarle la gola. Motivo? La studentessa si era innamorata di un connazionale 23enne ma la famiglia l’aveva già promessa in sposa nel paese d’origine. A parlare, ieri, è stata anche la preside dell’istituto che l’ha ospitata nella propria abitazione. Infatti lo scorso 26 aprile, dopo ore passate in commissariato la dirigente scolastica, non essendo stata trovata nell’immediatezza una struttura per accogliere la studentessa, aveva deciso di ospitarla a casa. Successivamente la questura di Bologna è intervenuta per porre in sicurezza la vittima.

"Se il caso è stato affrontato in questo modo è anche per la capacità di tutta la scuola di fare rete. Io ho dato la disponibilità di questa accoglienza, non c’era altro di più opportuno da fare in quel momento – ha dichiarato la dirigente – La ragazza si è fidata della scuola non solo per merito mio, ma perché c’è questa rete". La preside da ieri non è più in contatto con la giovane, ma è interessata a capire se e come farle proseguire gli studi. "Con il codice rosso c’è anche una corsia preferenziale rispetto all’ordinario – ha affermato l’avvocato Iannuccelli – ci aspettiamo una reazione dello Stato, oltre che sulla protezione, anche sulla punizione dei colpevoli". Ad esprimere vicinanza alla giovane anche la deputata cinque stelle Stefania Ascari.

"La burocrazia ancora una volta non ha aiutato, perché la vicenda Saman evidentemente non ha insegnato nulla, e prima di trovare un centro protetto, la ragazzina è stata affidata alla preside, una privata cittadina, che ha messo a repentaglio anche la propria incolumità mentre la famiglia di lei la stava cercando. Se prima le donne per paura rinunciavano a opporsi a regole patriarcali e misogine come la costrizione al matrimonio, oggi la storia sta cambiando. Sempre più ragazze si r ibellano e denunciano e lo Stato deve essere pronto ad abbracciarle e a metterle in salvo".