
Sopralluogo nella zona. del delitto durante la scorsa udienza del processo
Modena, 19 dicembre 2024 – Un’analisi dei filmati di quella notte per capire chi fosse alla guida dell’auto durante i vari transiti. Una ulteriore perizia, con l’ingrandimento di alcuni fotogrammi per meglio analizzare l’abitacolo ed eventuali presenze all’interno. E’ quanto chiesto ieri dalla presidente della Corte d’Assise, dottoressa Ester Russo nell’ambito dell’udienza per l’omicidio della giovane mamma di Ravarino Alice Neri. La presidente ha nominato un perito, un ingegnere di Brescia incaricato di redigere una consulenza tecnica sui video delle telecamere di videosorveglianza comunali che hanno immortalato la notte del 17 novembre di due anni fa il passaggio dell’auto di Alice Neri. Chi c’era alla guida in quel momento? L’imputato Mohamed Gaaloul oppure la vittima? Quella notte, infatti, come noto il giovane tunisino chiese un passaggio ad Alice all’esterno dello Smart Cafè e la presidente, a seguito del recente sopralluogo nell’area teatro del barbaro omicidio, ha ritenuto necessario analizzare con maggior attenzione i filmati per capire chi si trovasse al volante dell’auto immortalata mentre entrava e usciva dall’argine, ma anche per visionare – se possibile – la posizione dei sedili.
Tre i momenti individuati dalla corte: quello in cui l’auto di Alice Neri passa davanti alla telecamera all’incrocio tra via per Vallata e via Rocca delle 3.51; quello in cui dopo poco torna verso Concordia e l’ultimo passaggio delle 5.14, quando la vettura della vittima viene immortalata mentre svolta a destra in via Griffona. L’imputato ha poi rilasciato ulteriori dichiarazioni spontanee, soffermandosi sulla presunta ‘sosta’ nei pressi di un casolare, dove avrebbe trascorso la notte dopo essere uscito dall’auto della vittima. "Non è stato facile, sono passati due anni e non sono mai tornato in quel posto: quella sera avevo bevuto birra e fumato molte canne – ha precisato –. Non ricordo al 100 per cento i luoghi in cui sono andato ma confermo che il posto che ho mostrato è quello in cui ho dormito. Quando mi sono svegliato al mattino presto ho visto un’auto bianca e una casa terremotata ma non ricordo di preciso dove". A rendere testimonianza anche un amico dell’imputato che ha confermato di aver acquistato droga, hashish da Gaaloul. "L’attività ha permesso di confermare molti punti importanti per l’accusa – sottolineano gli avvocati della famiglia della vittima, Marco Pellegrini e Cosimo Zaccaria –. L’analisi del telefono della moglie dell’imputato e l’escussione di un testimone hanno dimostrato che Gaaloul non stava programmando alcuna partenza per l’estero, né è scappato per questioni legate al mondo degli stupefacenti. Inoltre, dalle fotografie presenti nella memoria del telefono, si è avuta ulteriore riprova che egli conoscesse perfettamente i camminamenti lungo i canali di Fossa, Concordia e Vallalta, percorso che si ipotizza abbia seguito per allontanarsi dal luogo del delitto". "Un’udienza positiva – afferma l’avvocato dell’imputato, Roberto Ghini, sostituito ieri dagli avvocati Giulia Testa e Alessandro Morselli – soprattutto per le dichiarazioni di un conoscente di Gaaloul, che ha ribadito come fosse sua intenzione da tempo allontanarsi per andare all’estero ma reputiamo ancora più decisiva la decisione della Corte d’Assise, che ha affidato incarico al perito per migliorare la qualità delle indagini riprese dalle telecamere del Comune. Abbiamo chiesto di poter indicare ulteriori filmati e ci è stato concesso. Siamo certi che da questi elementi emergerà che l’imputato ha detto la verità".