GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Pd, i cattolici alzano la voce: "Ascoltare le nostre idee per attrarre il centro"

Nutrita delegazione modenese a Milano: Sabattini, Fanti, Costi, Ferrari, Covili. Negro: "Pluralismo interno per uscire dalla logica della ’navigazione a vista’".

Nutrita delegazione modenese a Milano: Sabattini, Fanti, Costi, Ferrari, Covili. Negro: "Pluralismo interno per uscire dalla logica della ’navigazione a vista’".

Nutrita delegazione modenese a Milano: Sabattini, Fanti, Costi, Ferrari, Covili. Negro: "Pluralismo interno per uscire dalla logica della ’navigazione a vista’".

Paolo Negro è tra i modenesi del Pd che hanno partecipato sabato al convegno dell’area cattolico-democratica e cattolico liberale a Milano e Orvieto per i cattolici. La delegazione modenese era composta tra l’altro da le neo elette in Consiglio regionale Maria Costi e Ludovica Carla Ferrari, il presidente del Centro Ferrari Federico Covili, l’ex presidente della Provincia Emilio Sabattini, la parlamentare europea Elisabetta Gualmini, il consigliere comunale di Modena Gianluca Fanti, Negro, qual è il significato politico di questi incontri?

"Sono stati l’occasione per tornare a riflettere sul ruolo e la responsabilità del cattolicesimo politico nel tempo presente, sulla spinta dalla sua rinnovata grande vitalità civica resa più visibile dalla recente Settimana sociale dei cattolici a Trieste dedicata alla democrazia".

Cosa emerge?

"La democrazia, come l’abbiamo conosciuta, è a rischio. Nessuno può stare fermo ad aspettare. Per questo il mondo del cattolicesimo sociale prima ancora che quello politico, a partire da un importante movimento dal basso, si sta interrogando sul contributo di speranza, che è il dovere della buona politica. Anche a Modena, patria di Francesco Luigi Ferrari e di Ermanno Gorrieri.

Tra di voi c’è chi pensa che ci possa essere un’area cattolica fuori dal Pd?

"Io ho coordinato il comitato costituente modenese del nascente Pd, mi sento un fondatore che, come ultima cosa, penserebbe e pensa di abbandonare la casa che ha contribuito a costruire. Ma non c’è Pd senza che i valori del cattolicesimo democratico, una delle culture fondative, abbia pieno ascolto e cittadinanza".

Non è già così?

"Comunità Democratica serve per tornare a produrre cultura politica e idee, e questo vale a Modena e in tutto il Paese. E ci deve essere ascolto e cittadinanza piena di questi valori e di queste idee. Se questo ascolto e cittadinanza piena c’è nel Pd, non solo nessuno penserà di abbandonarlo ma l’intero Pd diventa più attrattivo nell’area centrale della società".

A livello modenese cosa possono dare i cattolici al Pd come valore aggiunto?

"Non si chiedano prima di tutto spazi, ma si propongano prima di tutto idee. Il cattolicesimo-democratico deve contribuire a far uscire il Pd modenese dalla politica della ’navigazione a vista’ che rischia di scivolare nella gestione ordinaria del potere, avanzando idee che aiutino a tracciare rotte di cambiamento di lungo periodo".

Può fare degli esempi?

"De Pascale si è impegnato a portare in discussione una legge regionale sulla natalità, per contrastare il declino demografico. Dal Pd di Modena, e dentro il Pd, dai cattolici-democratici deve arrivare un contributo importante. Ma ci sono tanti altri temi enormi che impatteranno sulle comunità modenesi, come quello dell’intelligenza artificiale o quello del futuro delle nostre fabbriche di motori endotermici".

Tra i cattolici c’è chi ritiene la leadership di Elly Schlein troppo spostata a sinistra.

"Elly Schlein ha gestito bene questa prima fase della sua segreteria e la crescita del consenso del Pd ne è la riprova la crescita del consenso. Ma ora l’area cattolico-democratica del Pd chiede di allargare lo sguardo e valorizzare di più il pluralismo interno per parlare a tutto il Paese, dove il cattolicesimo sociale è probabilmente la realtà più radicata".

Come valutate l’operato della giunta Mezzetti fino a questo momento?

"Non è oggetto di giudizio e di un impulso di una singola area culturale del Pd, ma di tutto il partito. E anche qui il Pd deve esaltare il suo pluralismo interno, perché sia interprete della domanda della comunità modenese".

In chiave segreteria e prossimo congresso provinciale, i cattolici in che modo potranno contare di più?

"Io seguo la lezione di Giulio Santagata, di cui ricorre in questi giorni il primo anniversario della morte: si conta di più tornando a ’produrre’, a forgiare proposte concrete di cambiamento, che possano incidere sulla vita reale delle persone, a partire dalle famiglie. Comunità Democratica a Modena deve contribuire a che tutto il Pd pensi alle prossime generazioni, come esortava De Gasperi".