VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Peculato, commercialista condannata. Intascava i soldi delle aste giudiziarie

Invece di versare nelle ‘casse’ del tribunale i proventi delle Aste giudiziarie, faceva confluire il denaro degli aggiudicatari direttamente nel...

Invece di versare nelle ‘casse’ del tribunale i proventi delle Aste giudiziarie, faceva confluire il denaro degli aggiudicatari direttamente nel proprio conto corrente. La donna, una commercialista modenese cinquantenne, è finita a processo con l’accusa di peculato e ieri – nell’ambito del processo con rito abbreviato – è stata condannata a due anni e otto mesi di carcere. Le contestazioni riguardano il periodo di tempo tra 2020 e 2021. Era stata la stessa amministrazione ad accorgersi degli ammanchi in base al fatto che, registrate le aggiudicazioni delle aste, non risultavano entrate le rispettive somme da parte, appunto, dei cittadini che avevano partecipato alle stesse. Scattata subito l’indagine, a fronte della pronta segnalazione, è emerso come la responsabile fosse proprio la commercialista delegata alle vendite delle aste giudiziarie, settore esecuzioni immobiliari. La donna aveva negato ogni addebito ma, successivamente, gli accertamenti hanno messo in luce come, in sostanza, gli aggiudicatari delle aste versassero il dovuto dei beni dopo l’avvenuta assegnazione.

I soldi, però, su indicazione della delegata, ovvero l’odierna imputata, finivano direttamente sul suo conto corrente, come dimostrato nel corso delle indagini. Parliamo di circa 50mila euro che sono stati parzialmente risarciti dalla donna. Per questo motivo l’avvocatura non si è costituita parte civile nel procedimento. Ora si attendono le motivazioni della sentenza, per le quali il giudice ha preso novanta giorni. La difesa della professionista, nella persona dell’avvocato Luca Lugari ha già annunciato che presenterà appello a fronte – secondo la difesa – di alcune inesattezze nei conteggi delle somme che la donna avrebbe intascato.

Secondo la difesa, infatti, l’imputata avrebbe interamente - e non parzialmente - risarcito. Secondo l’accusa, invece, l’imputata avrebbe restituito solo in parte quanto incassato illecitamente. L’imputata ovviamente dall’epoca non lavora più all’ufficio aste.

v.r.