
L’abbraccio di giocatori gialloblù dopo il triplice fischio finale, che ha sancito la vittoria del Modena sulla Reggiana (fotofiocchi)
I presenti allo stadio potranno dire: "Io c’ero". E bene hanno fatto ad immortalare il momento con una foto, un selfie o un video, gesto per noi oggi banale e scontato ma che 74 anni fa non era possibile. All’appuntamento con la storia il Modena si è, finalmente, presentato. Il gelido pomeriggio reggiano si trasforma in una pagina romanzesca a firma Paolo Mandelli e Pedro Mendes, accomunati dalle medesime lettere iniziali ed evidentemente la storia si è divertita a ridisegnare il tutto in questo modo così delizioso agli occhi degli oltre 2.000 del settore ospiti.
"Quel sorriso, quel maledetto sorriso..." è una citazione tratta da una serie televisiva che proprio ha a che fare con un apputamento romantico. Pedro Mendes, il suo sorriso, non l’ha perso mai, neppure durante la settimana e quelle parole di speranza di qualche giorno fa. Speranza di essere l’uomo giusto al momento giusto, di riuscire a convertire in oro uno dei pochissimi palloni che transitano dalle sue parti in area di rigore al 20’. Tanta basta per entrare nei cuori di tutti i tifosi modenesi. Prima, a dire il vero, la partenza sembrava falsa. Insomma, la Reggiana non aveva fatto respirare un Modena molle, fino a passare in vantaggio dopo appena un paio di minuti con Portanova: fortuna vuole che il Var chieda al direttore di gara di rivedere un tocco su Gerli ad inizio azione, il quale farà imbufalire Viali con qualche ragione, in tutta onestà. Passato lo spavento, i canarini trovano il gol e cominciano a giocare, con la novità Magnino sulla destra e Zaro al centro della difesa. Defrel se la gode dalla tribuna per una contrattura muscolare accusata alla vigilia. Le due occasioni per chiudere il match capitano a Zaro (traversa) e al contropiede di Caso, sprecone a due passi da Bardi e probabilmente autore di una prova da rivedere. La Reggiana va di nervi, a livello di determinazione e cuore la formazione di Viali non ha nulla da invidiare a nessuno ma è piuttosto lampante che manchi di un centravanti di carattere capace di mettere peso tra i centrali canarini.
Nella ripresa ci vuole un bel po’ di crosta perché i granata, via via, mettono dentro tutti gli attaccanti, da Vido a Girma e Gondo, e la gara diventa a lungo andare un attacco contro difesa di metà settimana in allenamento. Il Modena ha un merito enorme, quello di non calare mai l’attenzione difensiva, a differenza di altre occasioni e sarà questa la spinta a mantenere il risultato fino al 95’. Per una volta, in quattro mesi, Modena può godersi una giornata senza timori. E non sarà solo una giornata, ma almeno un girone. La storia è stata riscritta. Quale miglior viatico all’altra sfida nella sfida di sabato prossimo, quella con il Pisa di Davide Vaira.
Alessandro Troncone