
L'ex calciatore Nardini riflette sulla stagione del Modena e le aspettative future, tra salvezza e ambizioni.
Oltre centoventi partite nel Modena e tutte da tifoso gialloblu. Nella lunga carriera di Riccardo Nardini, calciatore per tutte le stagioni e per tutte le latitudini, la casacca canarina è sempre stata il porto sicuro. L’ex giocatore dei gialli (nella foto ai tempi del calcio giocato), dal fresco della sua Fiumalbo, ci ha concesso una chiacchierata con la consueta affabilità, mista alla sua grande competenza di calcio.
Nardini, deluso anche lei del finale di stagione dei gialli?
"Deluso... è ovvio che fino al derby col la Reggiana l’obiettivo sembrava davvero vicino. Ma non è stato il derby a far sfumare i playoff, bastava giocare diversamente le ultime tre partite, quelle sì mi hanno deluso, anche perchè la salvezza era già in tasca".
Il passato è passato, guardiamo avanti. Tra nemmeno due mesi ricomincia la nuova stagione. Cosa prevede per il Modena?
"Credo che una salvezza tranquilla debba essere il primo obiettivo. La proprietà è ambiziosa, ma penso che abbia i suoi tempi. Qualche tifoso avrebbe magari voluto che quanto investito nel centro sportivo andasse destinato al rinforzamento della squadra, ma io dico che è sbagliato. Il centro sportivo deve essere la base e la forza di questa società, perchè è il segnale che i Rivetti vogliono mettere le radici per una presenza a lungo termine. E poi tutte le società che hanno ambizioni hanno una struttura del genere, non dimentichiamolo".
Intanto c’è da sciogliere il nodo allenatore...
"Credo che Catellani sia bravo ed abbia le idee chiare. Per esempio è stato coraggioso e lungimirante ad affidare l’anno scorso la squadra a Mandelli dopo l’esonero di Bisoli, perchè i risultati, a parte il brutto finale, si sono visti. Nomi? Beh, se vai su profili come Stroppa o D’Angelo, tecnici abituati a fare stagioni di vertice, l’asticella si alza. Un po’ come è avvenuto in C quando è stata scelta una garanzia come Tesser. Da parte mia un nome lo avrei, anche se è uscito dai radar italiani: Cristiano Bergodi, che dopo la retrocessione del 2016, che ho vissuto in prima persona, ha pagato colpe non sue e non ha più allenato in Italia. Brava persona, ottimo mister e ancora con un buon legame con la città, ed adattissimo a un 4-3-3".
A proposito di schemi offensivi, Catellani ha già praticamente confermato tutta la prima linea dello scorso campionato...
"Lo trovo giusto, gente come Mendes, Caso o Defrel, che hanno pagato per tanti motivi infortuni e ritardi di preparazione, cominciando da subito col gruppo possano fare bene. E poi devono dare di più rispetto all’ultima stagione, ne hanno i mezzi".
Palumbo?
"Per me è uno dei cinque giocatori più forti della B, e se qualcuno lo vuole lo deve pagare bene... E’ un giocatore che o ce l’hai o non ce l’hai, e se parte va sostituito con un’alternativa di valore. Capisco la sua ambizione di giocare nella massima serie, ma la A non è uno scherzo...".
Alessandro Bedoni