In questo periodo di pandemia, si aggiunge un altro problema per le imprese edili montane. Dal primo febbraio, infatti, non potranno più portare nelle isole ecologiche dell’appennino, gestite da Hera, piccoli quantitativi di materiale di risulta: tegole, pezzi di mattoni, calcinacci (una direttiva Ue considera i rifiuti di lavorazioni industriali non più assimilabili a quelli urbani). Gli imprenditori edili del territorio, tutti o quasi artigiani, si vedono costretti a macinare chilometri per smaltire questa tipologia di rifiuti a Sassuolo o a Spilamberto e in altri punti di raccolta specializzati della pianura. "In Appennino si sta creando un serio problema per il conferimento dei rifiuti e degli scarti dei lavori edili – lancia l’allarme Lapam –, chiediamo un incontro urgente agli enti locali del territorio, coinvolgendo Hera che gestisce il servizio rifiuti nell’area, per cercare una soluzione tempestiva. Gli impatti su alcuni settori economici sono forti – sottolinea Lapam –. Anche per piccole quantità, pensiamo a ristrutturazioni o manutenzioni per esempio, è necessario smaltire i rifiuti lontano dal territorio". Sergio Mucciarini, presidente Lapam Pavullo, socio della BM Srl con sede a Sestola spiega: "A parte i maggiori costi per il committente i lavori – dice –, si rischia di ritornare agli anni prima del 2010 quando si vedevano water e bidè abbandonati sulle panchine delle strade, o ammassi di pezzi di mattoni e detriti nel bosco. Per lo smaltimento dei rifiuti noi abbiamo una convenzione con un centro privato a Marzaglia di Modena, ma ogni volta che dovremo portarvi anche piccole quantità perderemo mezza giornata, che significa maggiori costi. Nella nostra zona non è mai stato fatto niente per creare punti dove portare i rifiuti edili, anche se nel corso degli anni di richieste ne sono state fatte tante". "Da Fanano, ora dovremo portare i rifiuti, che preciso non sono rifiuti speciali, a Spilamberto o a Sassuolo, i punti più vicini a noi – dice l’artigiano edile Maurizio Poli –. Prima era permesso portarli nelle discariche che si trovano in tutti i comuni. Quando abbiamo 5 o 6 quintali di questo materiale di risulta, dove lo mettiamo? Ci tocca partire e lasciare il lavoro per mezza giornata? È un problema di tutta la nostra montagna, non solo di Fanano". "Le realtà più periferiche – insiste Lapam – si trovano a doversi sobbarcare lunghi tragitti per conferire i rifiuti, con un aggravio di costi e il rischio di irregolarità. É per questo necessario trovare una soluzione sul territorio. Chiediamo quindi un incontro urgente alle amministrazioni locali, coinvolgendo Hera, perché si creino le condizioni di risolvere il problema. Occorre individuare un’area con una destinazione urbanistica compatibile e mettere in campo un progetto".
Walter Bellisi