GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Segreteria Pd, la svolta. Reggianini verso il sì. La città blinda Lenzini: "O lui o si va alla conta"

L’ex sindaco di Castelfranco avrebbe dato il via libera per l’incarico provinciale. Al congresso si profila la battaglia finale sul nome dell’attuale capogruppo

Diego Lenzini

Diego Lenzini

Modena, 31 gennaio 2025 – Su Stefano Reggianini alla segreteria provinciale i giochi sono praticamente fatti. La vera battaglia sarà sul cittadino, dove dove il partito della città che sostiene Diego Lenzini non molla di un centimetro. Disposti ad arrivare anche alla conta finale, se serve.

In questi giorni il segretario provinciale Stefano Vaccari dovrebbe ufficializzare – senza particolare entusiasmo viste le premesse – le regole del congresso che disegnerà il Partito democratico modenese dei prossimi anni. Il primo step sarà l’elezione del nuovo leader provinciale, tra fine febbraio e marzo, subito dopo quello cittadino, a occhio tra marzo e aprile.

Manuale alla mano è il congresso la sede della discussione, delle opposte visioni che si confrontano, della scelta di chi deve interpretare le mozioni in campo. In realtà lo scontro è già in atto e la sensazione è che si arriverà al momento ufficiale con le decisioni più importanti sui nomi già assunte.

Sul fronte provinciale, si va verso la blindatura dell’ex sindaco per due consiliature di Castelfranco Stefano Reggianini, 53 anni, attuale amministratore unico di aMo. Il suo nome è stato offerto in segno di pace dai bonacciniani ai muzzarelliani in cambio della esclusione di Lenzini a Modena: il dono è gradito, ma l’accantonamento dell’attuale capogruppo se lo possono scordare. Reggianini è il punto di sintesi più avanzato possibile tra la cordata che fa capo a Gian Carlo Muzzarelli. Federica Venturelli, e quella che gravita intorno a Stefano Bonaccini, Stefano Vaccari, Davide Baruffi e lo stesso Massimo Mezzetti che non è del Pd, ma è pienamente nella partita per il motivo che vedremo a breve. Anche l’ex sindaco di Castelfranco avrebbe dato la propria disponibilità.

L’unico inghippo, come si diceva nei giorni scorsi, è che la città si impunti su Lenzini e faccia saltare il delicato ’patto’. Ma con il passare delle ore il nome di Reggianini convince sempre di più e chi lo supporta sarebbe anche disposto a svincolare il suo destino da quello del segretario di Modena, che comunque sarà eletto dopo. Anche perché le alternative cominciano a scarseggiare, lo stesso Massimo Paradisi sembra meno intenzionato di prima a ricoprire eventualmente l’incarico.

D’altronde sotto la Ghirlandina il partito è a trazione muzzarelliana, per tacere del gruppo consiliare. L’ex sindaco è tra i principali sponsor di Lenzini e chi lo sostiene è pronto ad alzare le barricate. Fino ad arrivare, se fosse necessario, al redde rationem in congresso, alla conta finale. In palio c’è il controllo delle candidature al Parlamento per il quale comincia a formarsi la fila con Bonaccini in testa che ha già lanciato le parlamentarie per assicurarsi l’ingresso dalla porta principale. Quindi c’è la visibilità in vista dei prossimi incarichi, ma soprattutto la gestione del rapporto con l’amministrazione Mezzetti. Ed è qui che entra in scena l’attuale sindaco, che come si è visto anche in questi giorni – tra Hera e Saliceta – con il Pd locale e soprattutto con il gruppo consiliare non se le mandano a dire. Lenzini, tra l’altro capogruppo non proprio intenzionato a lasciare l’incarico in caso di elezione a segretario ("vogliono fargli fare anche il sindaco tra quattro anni per caso?", sibilano i detrattori), è considerata figura non gradita. Sarebbe insostenibile per il primo cittadino ritrovarselo anche come segretario del principale partito della maggioranza.