
Famiglie e amministrazione si confrontano su sicurezza dopo rapine e aggressioni. Richieste di maggiore protezione e collaborazione.
Allarme sicurezza e genitori in rivolta anche a Modena. In seguito a una serie di rapine e violente aggressioni ai danni di studenti di vari istituti superiori della città, le famiglie hanno deciso di confrontarsi con l’amministrazione locale al grido di #Noireagiamo, in un’assemblea partecipativa promossa giovedì sera dal Coordinamento dei presidenti dei consigli d’istituto della città.
Dopo una raccolta firme che ha contato 8.000 adesioni, alla fine erano più di 500 le persone che si sono radunate nella sala parrocchiale della chiesa di Gesù Redentore per un incontro dai toni accesi, dove anche il sindaco della città, Massimo Mezzetti, ha rischiato di perdere le staffe.
Ciò che esaspera i genitori è il senso di impotenza nei confronti di chi delinque. "Spesso sappiamo chi sono i responsabili – denunciano – ma, inspiegabilmente, questi soggetti riescono comunque a farla franca. Gli unici che per la paura cambiano abitudini sono i nostri figli: preferiscono rimanere in casa, limitano le uscite serali e vivono nel terrore".
"La cosa che mi fa soffrire di più – il grido di una madre – è che ho chiesto alle amiche di mia figlia se non avessero paura a girare in certe zone della città. Mi hanno risposto che basta cambiare strada e abbassare lo sguardo. È semplicemente scandaloso: non voglio che mia figlia sia costretta a girare con gli occhi bassi in una città come Modena".
Ad alimentare le preoccupazioni delle famiglie si aggiunge la delusione per l’assenza delle scuole. Se, da un lato, una delegazione di dirigenti scolastici aveva preso parte all’incontro in Prefettura sul tema, svoltosi poche ore prima dell’appuntamento con le famiglie, dall’altro, molti genitori hanno denunciato, proprio durante la serata, una mancanza di collaborazione da parte dei presidi e delle istituzioni scolastiche.
"Due anni fa facevo parte del direttivo di una scuola secondaria di primo grado – la denuncia di una madre – e di fronte a una serie di episodi di violenza, bullismo e aggressioni, decidemmo di scrivere una lettera alle autorità, sindaco compreso, per chiedere aiuto, e organizzammo una raccolta firme. Dopo qualche settimana, ricevetti una telefonata in cui mi fu chiesto di sospendere del tutto l’iniziativa, perché si temeva che la situazione potesse influire negativamente sulle iscrizioni all’istituto".
Il Coordinamento, che si è detto generalmente deluso del risultato dell’incontro, in un comunicato di ieri ha avanzato richieste precise per implementare la sicurezza, tra le quali il rafforzamento dei presìdi delle forze dell’ordine, il recupero di risorse per progetti educativi e sociali a lungo termine nelle scuole e l’avvio di un tavolo permanente tra istituzioni e rappresentanti dei genitori.
Anche il sindaco Mezzetti, in un post di ieri mattina, ha cercato di stemperare la tensione, definendo l’incontro di giovedì "un confronto vero e acceso, molto importante e utile". Nonostante i toni più distesi, c’è la sensazione che l’appuntamento di giovedì sia stato il primo di una serie di confronti senza esclusione di colpi tra famiglie e amministrazione e che la strada sia ancora in salita.