ALBERTO GRECO
Cronaca

Sisma, slitta il restauro della chiesa di Novi

L’edificio danneggiato dalle scosse del 2012 dovrà attendere ancora quattro anni .

La chiesa di San Michele Arcangelo. transennata dopo il sisma del 2012

La chiesa di San Michele Arcangelo. transennata dopo il sisma del 2012

Per gli abitanti di Novi l’attesa di poter festeggiare nuovamente il Natale nella propria chiesa si allontana. L’attesa di rientrare nella chiesa intitolata a San Michele Arcangelo, un edificio sacro che nella sua struttura tramandata a noi risale alla metà del 1600, si prolunga di 3 o 4 anni, forse cinque. I motivi sono stati spiegati l’altra sera nel corso di un affollato incontro con la popolazione, presenti anche il sindaco Enrico Diacci ed il parroco don Germain, dalla direttrice dell’Ufficio Patrimonio della Diocesi di Carpi, architetto Sandra Losi, e dal responsabile del Rup, architetto Mauro Pifferi.

Il restauro non riguarda solo la chiesa, che sarà certamente l’ultima opera ad essere portata a termine, dopo le pesanti ferite inferte agli immobili parrocchiali dal terremoto del 2012 che hanno provocato lesioni e crolli tanto seri da richiedere una loro preliminare messa in sicurezza, un procedimento resosi necessario prima di procedere con l’indagine diagnostica sullo stato delle strutture. Il complesso del patrimonio religioso da recuperare comprende, infatti, anche il campanile e la canonica, oltre all’oratorio della Santissima Trinità.

Entro l’anno si confida possa partire il cantiere della canonica, e tra fine 2025 e inizio 2026 quello del campanile, così pure per l’oratorio della Santissima Trinità, mentre per la chiesa i tempi per l’avvio del cantiere andranno oltre il 2027.

"Il restauro di San Michele e dell’oratorio della Santissima Trinità di Strazzetto – ha voluto sottolineare il sindaco Diacci, facendosi interprete dei sentimenti della popolazione - non è solo un progetto tecnico, ma un simbolo potente della volontà di non arrenderci, di ricostruire non solo gli edifici, ma anche il senso profondo della nostra comunità". L’ostacolo a questa ricostruzione è rappresentato dai danni diagnosticati, che hanno colpito in particolare la chiesa con crollo del tetto e delle volte ed il campanile, che posa sulla chiesa, dove all’interno le crepe sono molto più evidenti, ma anche dal fatto che si dovrà procedere separatamente come fossero 4 interventi separati, con team di tecnici differenziati.

"E un percorso purtroppo lungo – ha spiegato la Losi - e in genere la fase di progettazione è sempre quasi doppia rispetto ai tempi della fase di cantiere". Complessivamente sono assegnate risorse per 4 milioni e 800mila euro, messi da disposizione dalla Regione, ripartite per: chiesa (3,750 milioni di euro); campanile (400mila, ma si stima ne occorreranno di più); canonica (450mila); oratorio (150mila).

Alberto Greco