Carpi, lavorano in smart working ma sono in ‘cassa’: azienda nei guai

L’impresa tessile avrebbe percepito indebitamente erogazioni pubbliche. Sequestrati 242mila euro, due indagati

Carpi (Modena), 29 marzo 2023 – Indebita percezione di erogazioni pubbliche. E' il reato contestato dalla Procura di Modena ai vertici di un'azienda tessile con sede legale a Carpi, che confeziona capi di abbigliamento per un noto marchio di moda.

La società, secondo le risultanze delle indagini partite nel 2022, avrebbe impiegato in smart working 178 lavoratori per cui era stata richiesta alla direzione provinciale dell'Inps la cassa integrazione guadagni ordinaria (Cigo), a seguito della sospensione dell'attività lavorativa per il covid.

La guardia di finanza di Modena
La guardia di finanza di Modena

E' stata una dipendente a denunciare il fatto che stava continuando a lavorare da remoto, pur percependo l'ammortizzatore sociale. Gli uomini delle Fiamme Gialle modenesi hanno poi appurato che l'azienda compensava la differenza tra la cassa integrazione e lo stipendio dei lavoratori corrispondendo delle ‘indennità varie’, per dimostrare l'impiego regolare dei dipendenti.

Nell'inchiesta risultano indagati il presidente del Consiglio di amministrazione e il dirigente delle Risorse umane dell'azienda, nei confronti della quale è scattato un provvedimento di sequestro di somme per 242.000 euro.