VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Sopralluogo a Fossa. Giudici e avvocati nei luoghi del delitto. C’è anche Gaaloul

Per la prima volta un processo esce dalle aule del Tribunale per ’svolgersi’ direttamente dove è avvenuto l’assassinio Ghini: "Mohamed ha fornito una ricostruzione coerente"

Sopralluogo a Fossa di Concordia

Sopralluogo a Fossa di Concordia

Modena, 12 dicembre 2024 – Per la prima volta a Modena un processo ’esce’ dal tribunale per svolgersi direttamente sui luoghi teatro del delitto. Parliamo del delicato procedimento per l’assassinio della giovane mamma di Ravarino Alice Neri, che vede alla sbarra il tunisino Mohamed Gaaloul. Ieri tutta la Corte D’Assise di Modena, con la presidente Ester Russo e i giudici togati e popolari hanno ‘traslocato’ per raggiungere le campagne di Fossa di Concordia e ripercorrere i luoghi della terribile vicenda; dall’inizio alla fine. Una richiesta avanzata dalla difesa dell’imputato e accolta dalla corte. Le strade percorse dalla vittima il 17 novembre di due anni fa; il locale – lo Smart Cafè di Concordia – dove Alice incontrò sempre quella notte il presunto assassino e il luogo dell’omicidio: i laghetti di Fossa di Concordia, in piena campagna. Il ‘viaggio’ all’interno del feroce assassinio è iniziato alle 12 di ieri con l’incontro al bar Motta della medesima frazione. L’imputato è arrivato ovviamente a bordo del mezzo della polizia penitenziaria: a precedere il furgone quello con a bordo l’intera Corte d’Assise. Sul posto sono quindi arrivati i pm titolari del fascicolo, Claudia Natalini e Giuseppe Amara, gli avvocati tra cui: Roberto Ghini per l’imputato, Cosimo Zaccaria e Marco Pellegrini per i familiari della vittima, l’ex pm Antonio Ingroia per il vedovo Nicholas Negrini. A partecipare al sopralluogo anche i consulenti della procura e di parte, tra cui l’ex comandante del Ris di Parma Luciano Garofano, la criminalista Katia Sartori e il medico legale Alessandra Silvestri.

La corte ha quindi visionato i bar della frazione di Motta frequentati da Alice e dal collega, cosiddetto terzo uomo, sentito in aula nelle passate udienze. Da qui i mezzi si sono spostati al bar di San Prospero, dove la vittima incontrò il collega. Poi un veloce passaggio alla Wam, dove Alice lavorava per capire il contesto e calcolare le distanze dal luogo di lavoro al luogo del brutale assassinio. Giudici, avvocati, imputato e pm si sono poi spostati, sempre ‘scortati’ dai carabinieri allo Smart Cafè, luogo chiave della vicenda, dove Alice Neri trascorse la serata per poi dare il noto passaggio in auto all’imputato. Proprio al bar Gaaloul è sceso dal mezzo di servizio per rispondere alle domande della corte circa i suoi spostamenti quella notte, relativamente all’incontro con la vittima. Sul posto era presente anche la sorella dell’imputato. Il ‘viaggio’ è quindi ripartito in direzione di in via Forella, sull’argine del canale. Le auto si sono fermate nel punto in cui quella notte Gaaloul e la vittima – secondo gli accertamenti tecnici e le successive testimonianze - si fermarono ben due volte. "Non volevo portarla lì ma da un’altra parte e siamo andati in via Rocca – aveva spiegato in aula Gaaloul nel corso della precedente udienza – Poi Alice mi chiese di spostarci in un luogo più buio" aveva concluso. Dopo di che il sopralluogo si è spostato in via Mazzalupi, dove l’imputato ha mostrato il punto in cui Alice lo avrebbe fatto scendere dall’auto, in base alla sua testimonianza e, ancora, il luogo, in fondo ad una vigna, dove il giovane quella notte avrebbe dormito, tra Vallalta e Fossa. Un luogo situato nei pressi di un garage e un albero. Le auto sono quindi ripartite alla volta di via Griffona, luogo del rinvenimento del cadavere sia per studiare le vie di accesso e fuga e i luoghi, ovviamente, sia per visionare lo stato dell’area al calar del sole.

Le parti hanno percorso le strade indicate dalla difesa, appunto e il sopralluogo è terminato intorno alle 18.30 con un colpo di scena. Infatti la presidente della Corte ha chiamato sul posto anche il gestore del terreno, dal momento che in aula erano emerse dichiarazioni contrastanti. Infatti - secondo il marito della vittima, Negrini - il gestore spiegò che quella stessa mattina, il 18 novembre stava bruciando sterpaglie. Ieri, ‘interrogato’ in merito, il teste ha sottolineato di non ricordare l’aneddoto e ha escluso di essere passato in quell’area nel giorno del delitto e anche di aver acceso un rogo. L’uomo sarà risentito dalla Corte D’Assise nel corso delle prossime udienze

"Siamo pienamente soddisfatti di questo sopralluogo chiesto proprio da noi. Mohamed ha fornito una ricostruzione coerente, precisa e credibile nonostante siano trascorsi oltre due anni dai fatti". Così il legale dell’imputato, avvocato Roberto Ghini. "Il mio assistito era molto provato e stanco, lo ha detto alla Presidente della Corte di Assise, ma allo stesso tempo attento e concentrato. Con l’attività odierna abbiamo ripercorso l’itinerario intrapreso dalla signora Alice Neri quella notte, contemporaneamente integrandolo con le dichiarazioni rese dal mio assistito che ha spiegato dove ha trascorso la notte dopo essersi separato dalla Signora Neri. Ha detto di aver visto un auto bianca quella mattina - continua - e proprio le persone che vivono vicino a quel luogo - sentite dalla difesa in maniera informale prima di allontanarsi dall’area - hanno confermato di avere un’auto bianca acquistata proprio ad inizio 2022", conclude Ghini.