
La targa ricordo di Anna
Modena, 26 novembre 2024 – Anna Sviridenko era "brillante". Brillante, sì. Così come la ricorda chi l’ha conosciuta, chi ha trascorso con lei lunghe giornate al Policlinico, dove era specializzanda nel reparto di Radiologia. Brillante e sorridente, fino all’ultimo momento. Fino al momento in cui Anna è stata strangolata e strappata violentemente alla vita per mano del marito, dal quale si stava separando, lo scorso giugno.
Ed è proprio lì, nel reparto in cui lavorava, che ieri mattina è stata svelata una targa in sua memoria, per lei e per tutte le vittime di femminicidio: "Nel suo ricordo – si legge – rinnoviamo ogni giorno il nostro impegno contro ogni forma di violenza sulle donne".
"Tutti ci ricordiamo di Anna. Era una ragazza, un medico, una specializzanda sorridente, che si è sempre impegnata a pieno nel suo lavoro – riavvolge il nastro Anna Rita Pecchi, radiologa Aou –. Con me ha trascorso il suo ultimo turno di servizio qui al Policlinico: l’avevo vista tranquilla, serena, concentrata. Ricordo che avevamo lavorato bene, come sempre, e avevamo preso un caffé insieme durante la pausa. È uscita da qui con il suo solito sorriso, che ora rimane impresso dentro il cuore di tutti noi. Nessuno si sarebbe mai aspettato quello che, invece, è successo dopo: è stato un enorme trauma".
Commossa, è stata proprio Pecchi a svelare la targa, che ora porta impresso il nome di Anna, e il suo ricordo, cinque mesi dopo il suo terribile omicidio.
"Anna era una di noi – dice Pietro Torricelli, direttore della Radiologia del Policlinico –. Una dottoressa già formata, che si era rimessa in gioco con una nuova specializzazione in radiodiagnostica e stava facendo un percorso brillante. Era solare, positiva, una professionista che si concentrava a fondo nel suo mestiere. Questa targa è dedicata a lei, ma sarà anche un monito affinché queste terribili tragedie non succedano più".
"Era necessario, doveroso, ricordare una professionista che farà sempre parte dei nostri cuori e della nostra comunità professionale – conclude Ottavio Nicastro, direttore sanitario Aou –. Ma è sulla memoria che bisogna costruire il futuro: serve una progettualità costante per lavorare sulla cultura della non-violenza. Prendiamo un impegno collettivo per il presente e per il futuro di tutti noi".