REDAZIONE MODENA

Trapianti, sinergia tra ospedali. Primi due prelievi di organi da donatore a cuore non battente

Collaborazione tra Policlinico e Sant’Orsola di Bologna: i pazienti erano ricoverati in terapia intensiva. Di Benedetto: "Grande lavoro di coordinamento. Le dotazioni tecnologiche sono fondamentali"

Di Benedetto: "Grande lavoro di coordinamento. Le dotazioni tecnologiche sono fondamentali"

Di Benedetto: "Grande lavoro di coordinamento. Le dotazioni tecnologiche sono fondamentali"

Modena, 5 giugno 2025 – Nelle scorse settimane all’ospedale di Baggiovara i primi prelievi di cuore da donatore a cuore fermo. Il primo caso è stato un uomo di 63 anni che ha donato oltre al cuore anche fegato e reni il secondo caso è stato una donna di 64 anni che ha donato, fegato, reni e polmoni in entrambi i casi i pazienti erano ricoverati nella Terapia Intensiva diretta dalla dottoressa Lesley De Petri.

Il primo prelievo di cuore è stato effettuato dall’equipe della Cardiochirurgia del Policlinico Sant’Orsola di Bologna nel primo caso e per la prima volta in regione da un’equipe di cardiochirurghi proveniente da fuori regione nel secondo caso. La donazione di organi a cuore fermo è realtà anche a Modena dal 2017, la particolarità di questo caso è legata al prelievo anche del cuore, che non era stato possibile sino ad oggi e che è frutto dell’acquisizione di competenze elevate e della collaborazione con i colleghi bolognesi.

"Questo tipo di prelievo – spiega Lesley De Pietri, direttore dell’Anestesia e Terapia Intensiva dell’Ospedale Civile – praticata, ancora, solamente in un numero molto limitato di centri dotati di competenze e tecnologia adeguate alla complessità della procedura. In questi casi è fondamentale garantire la funzionalità degli organi prelevati grazie ad un’accurata gestione del donatore, puntando a limitare il danno ischemico, utilizzando assistenza cardiocircolatoria extracorporea, immediatamente applicata dopo l’accertamento di morte. Oggi, questo nuovo tassello del nostro percorso consente di offrire una nuova speranza ai pazienti in attesa di cuore".

"La donazione a cuore fermo rappresenta una risorsa molto preziosa ma anche molto complessa per il grande lavoro di coordinamento e le dotazioni tecnologiche che sono necessarie alla sua realizzazione – ha aggiunto Fabrizio Di Benedetto, direttore della Chirurgia Epato-Bilio Pancreatica e Trapianti di Fegato – il Centro Trapianti di Modena ha maturato una grande esperienza con 170 trapianti di fegato eseguiti dal 2017 ad oggi con organi donati a cuore fermo, collocandosi ai vertici nazionali ed europei per questa tipologia di donazione. Particolare enfasi va data all’integrazione delle tecnologie applicate alla donazione a cuore fermo, che permettono sia di mantenere l’ossigenazione degli organi da donare durante le fasi di prelievo, sia di rigenerarli nelle ore successive in attesa del trapianto, ottimizzandone la performance e quindi garantendo al paziente i migliori risultati".

Normalmente la donazione viene effettuata da donatore in morte encefalica quindi a cuore ancora battente. In questi casi, invece, il prelievo degli organi avviene solo dopo l’accertamento di morte con criteri cardiologici, ossia dopo l’assenza di ogni battito cardiaco per 20 minuti. Poiché il cuore del donatore è fermo, ossia ha cessato di battere, in questo tipo di donazione risulta necessario l’utilizzo di un sistema di perfusione extracorporea degli organi toracici e addominali, per garantire la loro perfusione in assenza della circolazione sanguigna spontanea. È un traguardo possibile grazie alla collaborazione di una rete di professionisti e eccellenze emiliano-romagnole. Insieme al coordinamento e il supporto del Centro Nazionale Trapianti e Centro Riferimento Trapianti dell’Emilia Romagna. In questo caso il processo di donazione, quale procedura clinico chirurgica di alta complessità, ha richiesto un elevatissimo livello di competenze e collaborazione tra strutture e discipline diverse: Terapia Intensiva, Chirurgia Vascolare, Chirurgia dei Trapianti, cardiologia, laboratorio analisi, ingegneria clinica, percorso attentamente seguito dal coordinatore locale delle Donazioni, Andrea Marudi.