REDAZIONE MODENA

Truffa al Fisco, blitz della Finanza tra Modena e Reggio Emilia. Raffica di arresti

Ordinanza di custodia cautelare per reati fiscali nei confronti di 12 persone: due commercialisti nei guai

La Finanza che ha condotto le indagini

Modena, 22 novembre 2018 -  Associazione a delinquere finalizzata alle frodi fiscali:  stamattina, a Modena e Reggio Emilia,  i militari della Guardia di finanza di Modena, del comandante Adriano D’Elia, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare (disposta dal gip di Modena Eleonora Pirillo su richiesta della procura modenese, diretta dal procuratore Lucia Musti) nei confronti di 12 persone (5 in carcere e 7 ai domiciliari).

 

Si tratta di cittadini residenti sia a Modena che, appunto, a Reggio Emilia. Tra loro anche due commercialisti, uno in carcere ed uno ai domiciliari. L’indagine, coordinata dai sostituti procuratori Marco Imperato e Giuseppe Amara, ha portato al sequestro preventivo di beni per oltre 26 milioni di euro (anche un ristorante e una pasticceria, sempre a Modena) e a diverse perquisizioni. Fondamentale anche la collaborazione dell’Ufficio antifrode della direzione regionale delle Entrate di Bologna.

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L’indagine è scattata quando i funzionari dell’Agenzia delle Entrate hanno individuato un professionista modenese che, già dal 2015, risultava aver trasmesso centinaia di modelli F24 per conto di decine di società i cui debiti tributari dei contribuenti venivano indebitamente compensati attraverso due distinte modalità: attraverso il bilanciamento del debito reale con fittizi crediti di imposta, altrimenti la compensazione veniva effettuata con crediti d’imposta maturati da altri soggetti  e messi a disposizione dei clienti di un professionista attraverso ‘l’accollo’.

A seguito delle indagini si è scoperto che la ‘cabina di regia’ specializzata nel commercio di crediti d’imposta fittizi era appunto a Modena. Ai vertici dell’associazione la finanza ha individuato il 48enne F.S., che, con la collaborazione di due commercialisti aveva creato e gestito, con altre persone, diverse società il cui unico scopo era quello di dichiarare artificiosamente crediti da impiegare nel pagamento di somme effettivamente dovute dai clienti dell’associazione. Una imponente ‘evasione da riscossione’, spiegano gli inquirenti. Ventinove in tutto gli indagati, per alcuni si ipotizza anche il reato di autoriciclaggio. 

 “Sono qui per esprimere il mio apprezzamento per l’operato della Guardia di Finanza e dei sostituti procuratori. In questa indagine sono contestati 124 capi d’imputazione”. Parole del procuratore capo di Modena Lucia Musti in merito all’indagine della guardia di finanza su una imponente associazione dedita all’evasione fiscale ‘da riscossione’.  “La peculiarità di questa indagine - spiega Musti - sta proprio nell’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di numerosissime frodi fiscali. Un fascicolo iscritto nella nostra procura nel maggio 2017, siamo a novembre del 2018 e siamo a rappresentare l’esito dell’esecuzione di misure di custodia e soprattutto il sequestro di beni. Sono 29 gli indagati, dodici misure interdittive personali intese come divieto di ricoprire cariche di rappresentanza all’interno di società, persone giuridiche. Il danno all’Erario è ‘in progress’, si calcola un danno tra i 68 ed i 70 milioni di euro. Il profitto dei reati è in corso di quantificazione. Tra i 26 milioni sequestrati anche beni immobili. C’è stata la collaborazione da parte della polizia giudiziaria della Romania, Paese dove sono avvenuti alcuni dei sequestri. Abbiamo utilizzato - termina Musti - l’ordine investigativo europeo, di recente introduzione”.