Maria Silvia Cabri
Cronaca

"Uscito dal coma, merito dei soccorsi"

Elisabetta Bertelli (Rianimazione): "Il ragazzo di 15 anni caduto in piscina salvo grazie al pronto intervento di chi si trovava lì"

La vicenda del 15enne carpigiano che dopo due giorni di ‘coma postanossico per annegamento’ si è svegliato, ha colpito tutta la comunità che è stata in apprensione per lui. Un tuffo in piscina da amici dopo pranzo, domenica pomeriggio, poi presumibilmente un malore e il padre che corre a salvare il figlio a fondo piscina. Sul punto interviene la dottoressa Elisabetta Bertellini, direttore della Struttura Complessa di Anestesia, Rianimazione e Terapia Intensiva dell’ospedale di Baggiovara (dove si trova ricoverato il giovane) e dell’Anestesia e Rianimazione 2 del Policlinico.

Dottoressa cosa è successo da domenica pomeriggio?

"Il ragazzo è arrivato in condizioni molto gravi, era in stato di coma. Trasportato all’ospedale di Baggiovara, sono stati eseguiti gli accertamenti necessari ed è stato ricoverato in Terapia Intensiva e applicati i protocolli di trattamento post-arresto cardiaco tra cui la somministrazione di farmaci ipnotici-sedativi. E’ alla sospensione di questi farmaci che, nelle fasi successive, può essere constatato l’eventuale danno nervoso determinato dalla mancata ossigenazione a livello neurologico (danno anossico) che si verifica durante l’arresto cardiaco".

Ora come sta?

"Ha avuto un buon recupero neurologico, è cosciente e collaborante. E’ ancora ricoverato e monitorato in in Terapia Intensiva, ma se le condizioni cliniche rimarranno stabili, potrà venire trasferito nei prossimi giorni in un reparto di degenza ordinaria".

I momenti iniziali sono stati difficili…

"Al momento del ricovero era in condizioni critiche, la preoccupazione prima era, indubbiamente per la sopravvivenza, ma dovevano essere esclusi anche danni cerebrali. Dal giorno successivo, però, l’evoluzione clinica, il recupero dello stato di coscienza alla sospensione della sedazione e gli accertamenti eseguiti, ci hanno reso ottimisti".

Quali sono stati i fattori che hanno contribuito al buon esito dell’iter?

"In primo luogo la tempestività: prima dell’arrivo del 118, l’intervento del padre e dei presenti nel restare i primi soccorsi, sono stati determinanti. Competenza e professionalità degli operatori del 118, dei medici della Terapia Intensiva e, non certo di minor importanza, l’età e le buone condizioni del paziente, sono state altrettanto importanti".

Il padre del giovane parla di un vero e proprio ‘miracolo’

"Fortunatamente sono tanti i casi in cui, dopo un arresto, si ha una ripresa dell’attività cardiaca, importantissima però è l’assenza di successivi danni permanenti. Al miracolo hanno contribuito anche i presenti che hanno prestato i primi soccorsi".

Dalle prime ricostruzioni pare che il ragazzo abbia avuto un malore mentre scendeva in piscina. Sono situazioni frequenti?

"La casistica prevede questi casi. Ho trattato casi simili, di giovani, anche giovanissimi, che sono arrivati da noi dopo arresto cardiaco. Eventi legati non solo all’annegamento: dunque quello del 15enne carpigiano non è, purtroppo, un caso isolato".

Che consigli si sente di dare?

"Questa vicenda sottolinea l’importanza del conoscere le procedure di primo soccorso, che non devono essere patrimonio solo dei sanitari ma di tutti. Conoscere queste manovre consente non solo di salvare una vita ma anche di garantire il buon esito della vita salvata dal punto di vista neurologico. Il mio è l’invito a tutti ad imparare quelli che sono gli elementi del primo soccorso che possono veramente salvare la vita".