REDAZIONE PESARO

Addio ad Amati: politica, travaglio e passione

L’ex sindaco era in condizioni precarie ed è morto ieri a 80 anni. Grazie a lui nacque il palas di Torraccia. Lunedì, camera ardente in Comune.

Aldo Amati, sindaco di Pesaro dal 1987 al 1992, era originario di Sant’Angelo in Vado

Aldo Amati, sindaco di Pesaro dal 1987 al 1992, era originario di Sant’Angelo in Vado

Si è spento ieri sera dopo una lunga malattia Aldo Amati. Aveva 80 anni. È stato sindaco di Pesaro dal 1987 fino al 1992. Al suo nome è legato l’impianto sportivo del palasport della Torraccia, una grande bega politica. Lunedì verrà allestita la camera ardente in Comune dove, nel pomeriggio, sarà anche ricordata la figura di questo uomo politico che non è morto ricco, perché nel libro in cui ha raccontato la propria storia ricordava che andava avanti con una pensione di 1600 euro al mese. Aldo Amati lascia, oltre alla moglie, anche un figlio: Giovanni. "Un uomo di una forza molto profonda – ricorda Giorgio Tornati – perché veniva da una famiglia contadina di solide radici cattoliche. Ma questi ultimi anni della sua vita sono stati una via crucis".

Aldo Amati era nato a Sant’Angelo in Vado dove, prima di arrivare a Pesaro, benché fosse laureato in Economia e Commercio, si dedicò anima e corpo alla politica con il Partito comunista. Una vita politicamente travagliata, la sua, perché durante il mandato da sindaco finì coinvolto in una faida politica interna al partito, tanto da essere costretto a presentare le dimissioni. Le ragioni di questo scontro erano legate al Piano regolatore generale e dall’altra parte del tavolo c’era Oriano Giovanelli, che poi diventò sindaco.

Quindi rientrò in Comune chiamato da Luca Ceriscioli come capo della Segreteria, dopodiché divenne presidente dell’Amat regionale.

"Sotto al profilo politico, mio padre – ricorda il figlio Giovanni – ha avuto momenti amari ma pure momenti molto belli, anche perché era un uomo che amava spendersi per gli altri. Come figlio, devo dire che da ragazzo mi è mancato, perché era molto impegnato politicamente, ma poi questo legame con lui è diventato forte perché in seguito è stato con me molto presente, molto comprensivo e comunque un uomo molto buono".

Aldo Amati ha passato gli ultimi anni della propria vita in un appartamento nella zona delle 5 Torri. Una morte annunciata, la sua, perché i tanti amici che aveva in città sapevano che le sue condizioni di salute fossero molto precarie. "Della storia di Amati mi ha sempre colpito una cosa – ricorda Ceriscioli, che lo rivolle in Comune al suo fianco –: il fatto che avesse lasciato le scuole, anche se era molto bravo, per andare a lavorare nei campi. Poi lo vennero a chiamare per completare una classe e lui tornò sui libri. Una passato e un vissuto che hanno sempre segnato il suo modo di fare politica, il suo spendersi per gli altri. Un percorso umano che mi ha sempre fatto pensare. Il palasport della Torraccia? Una cosa in cui Amati ha sempre creduto anche perché era un tifoso vero: era il sindaco degli scudetti ed è riuscito a portare a compimento quest’opera che oggi è un vanto per la città. Se n’è andata una persona molto bella", conclude Ceriscioli.

Dopo la cerimonia di lunedì in Comune, Amati sarà cremato per poi tornare a Sant’Angelo in Vado, dove era nato e dove è sepolta la sua famiglia.

m. g.