SOLIDEA VITALI ROSATI
Cronaca

Agapito Miniucchi morto a Pesaro, addio allo scultore

L'artista ha donato due opere. Funerali in forma privata

Agapito Miniucchi nel suo atelier

Pesaro, 10 marzo 2023 - Nel Parco urbano di scultura a Pesaro due sono le opere che l’artista Agapito Miniucchi ha donato alla città: l’Arim, nei giardini Nilde Iotti e il monumento ai caduti, in fondo a viale Trieste. Con la scomparsa, all’età di 99 anni dello scultore, quelle opere restano a raccontarne per sempre la poetica. «Le opere rendono immortali gli artisti – osserva Daniele Vimini, vicesindaco, nell’esprimere il proprio cordoglio ai nipoti di Miniucchi Alberico, Luciana e Monica.

«Il “Parco Urbano di scultura“ di Pesaro è il museo scultoreo en plein air di artisti pesaresi o che nella città hanno vissuto quel tempo utile per assaporarla e donare la loro impronta artistica alla città – spiega Anna Maria Mattioli, presidente commissione comunale cultura –. Pietra, ferro e in particolare il legno anche di scarto, sono stati i materiali da lui amati e con i quali ha creato «Arim» una traversina a forma di onda marina in acciaio corten, che penetra nel granito, una poderosa metafora del mare e del suo rapporto millenario con la civiltà. La scultura è oggi accolta nel giardini in Via Cristoforo Colombo. Il suo trascorso a Pesaro ci lascia in dote un’altra originale scultura, il Monumento ai Marinai Caduti, collocata in Viale Trieste lato porto a rappresentare la fragilità umana di fronte all’immensità del mare. Nel 1983 donò alla nostra città questa sua creazione in omaggio al legame, mai interrotto, nonostante il suo trasferimento a Terni, dopo l’adolescenza».

«Mio zio ha frequentato la nostra città – dice Alberico Miniucchi, già dirigente in Comune – fino ai primi anni duemila perché qui oltre a noi parenti aveva i suoi grandi amici Walter Valentini, Oscar  Piattella, Giuliano Vangi, Renato Bertini, Loreno Sguanci. Amava Villa Olga dove da giovanissimo ha abitato e da cui bastava affacciarsi per buttarsi direttamente in mare. Si è preso una casa al porto. Posso dire che ha conservato fino all’ultimo quella sua vitalità sorprendente: lo ricordo marinaio in barca a vela e pilota di pyper. Per sua volontà ha chiesto che i funerali si svolgessero in forma privata. Grazie per i messaggi di affetto che ci stanno arrivando da tanti pesaresi in queste ore».

Sulla poetica di Miniucchi, Luca Sguanci, ideatore del Parco urbano di scultura sottolinea la mirabile sintesi, tra forma e significato: «Ha usato materiali essenziali. Il monumento ai caduti, manifesto della forza degli elementi, forgia la materia che sembra quasi aggredita dallo scatenarsi della Natura. Miniucchi ha dedicato attenzione anche al mondo della campagna, interessato ad approfondire gli archetipi dell’attività umana. Questi sono i significati, secondo me, dell’arte povera di Agapito. Con le 22 opere che animano il Parco abbiamo promosso anche la riflessione sulla collocazione in sintonia con una parte di città, a contatto con l’ambiente costiero, cuore del Parco.

Arim si misura con il mare: c’è questa onda di metallo che entra dentro la roccia. E’ un richiamo alla forza del mare che affronta l’elemento terrestre. Ma è anche un volo verso l’infinito». Lo storico Roberto Malini ed estimatore di Miniucchi ha osservato la necessità di ricollocare altrove Arim. E’ d’accordo? «Sì. Attualmente è spostata verso il ristorante del Moletto e quindi non respira più; non comunica più bene la sua funzione. Da una parte è ostacolata dal muro del ristorante e verso il mare; l’onda è invece intercettata da un tronco d’albero. Si perde, secondo me, la poesia del messaggio che è il suggerire il contatto con l’infinito e anche la conflittualità tra mare e terra».